Introduzione
Due problemi:
1- fondamento razionale della religione ——> la natura rivela un autore intelligente, credenza(giusta) nel teismo
2- origine della religione nella natura umana—-> non esistono due popoli, o due uomini, con la stessa idea religiosa.
Obiettivo della ricerca è quello di scoprire i principi della credenza originaria e le cause e gli accidenti della sua manifestazione.
Capitolo Primo – Il politeismo fu la prima religione degli uomini
Poichè l’umanità progredisce la religione più rozza (il politeismo) è stata la prima.
1700 anni fa tutti gli uomini (eccezioni non rilevanti) erano politeisti. Testimoniato dalla storia. Impossibile un teismo precedente in quanto è impossibile un regresso.
La mente progressivamente si forma un’idea di perfezione operando astrazioni sull’imperfetto
L’animale barbaro: Un parto mostruoso lo fa tremare e lo spinge ai sacrifici e alle preghiere. La sua idea di origine si arresta dopo pochi passaggi (figlio-genitori-nonni-genitori dei nonni)
Differenza tra fatto storico ed opinioni speculative: il fatto storico cambia forma, senza l’ausilio di scrittura e ragione, col passare del tempo. L’opinione speculativa se basata su prove chiare ed ovvie resta immutata insieme alle cause di se stessa.
Una volta raggiunta la giusta opinione speculativa (il teismo) non si sarebbe tornati indietro.
Capitolo Secondo – Origine del politeismo
Le cose dell’universo costituiscono evidentemente un tutto. Questa uniformità conduce la mente a riconoscere un solo autore. Più autori confinano l’immaginazione e non danno soddisfazione all’intelletto. Attribuire un effetto a più cause non è ovvio nè naturale
Cause del politeismo: ogni nazione in cui è nato il politeismo pone la sua attenzione religiosa non all’osservazione della natura ma agli eventi della vita, alle speranza e timori del genere umano. Il corso degli eventi (che H. chiama “piano della provvidenza particolare”) è pieno di varietà ed incertezza il che spiega la presenza di più divinità spesso contrastanti.
Spinto da timori e speranze l’uomo scorge le prime oscure tracce della divinità
Capitolo Terzo – Continua il medesimo argomento
Ogni evento è procurato da una causa ignota che crea timore.
Se gli uomini anatomizzassero la natura si accorgerebbero che queste cause che tanto li preoccupano sono parte di un meccanismo regolare e costante
Anche i filosofi sono stati travolti da questo modo di vedere il mondo (Presocratici)
L’assurdo del politeismo non svanisce nel proiettare le invidie e debolezze umane nella divinità (Grecia)
Le cause sconosciute occupano spesso la mente degli uomini sembrando sempre dello stesso tipo (appunto cause ignote) e ben presto esse assumeranno forma umana(intelletto, passioni, ragione)——-> divinità come ignoranza (p.63 Euripide)
Questa è la superstizione e le donne, secondo Strabone, sono più inclini ad essa.
Capitolo Quarto – Divinità che non sono considerate creatrici e costruttrici del mondo
L’unica concezione teologica che è condivisa in quasi tutto il mondo è quella che afferma l’esistenza nel mondo di un potere invisibile ed intelligente
Il politeismo non è quindi ispirato da un principio dello spirito o del pensiero, la loro idea di divinità non assomiglia alla nostra, sono degli atei superstiziosi
I greci credono nella generazione e non nella creazione (produzione volontaria). In Esiodo tanto gli uomini quanto gli dei sono egualmente generati da poteri sconosciuti della natura.
Ovidio non si pronuncia sulla questione sottolineando però che a dissipare il caos non possono essere state le divinità pagane (Giove, Saturno, Nettuno)
Dionigi: Gli Ittiofagi sono aborigeni(non generati), di queste cose chi più parla meno sa
Talete Anassimene Eraclito: origine senza divinità
Anassagora: primo teista accussato di ateismo
gli dei in origine dipendono dalla natura
Agrippa: alla necessità anche gli dei devono sottomettersi
Plinio il giovane: alla prima eruzione tutti pensavano che gli dei sarebbero scomparsi
bisogna essere molto generosi per dire che questa sia una religione
Capitolo Quinto – Varie forme di politeismo: allegoria, culto degli eroi
Chi stabilisce razionalmente l’esistenza di un potere invisibile ed intelligente deve basarsi sull’armonia mirabile della natura ma il politeista deifica ogni parte della natura
Allegoria: presente nelle mitologie pagane, l’allegoria ben elaborata non è prodotto di ignoranza e superstizione ma finissima opera della religione. Le allegorie pagane però sono rozze. Paura e Terrore sono figlia di Marte, ma perchè anche di Venere? Armonia è figlia di Venere ma perchè anche di Marte? Sonno è fratello della Morte, ma perchè anche innamorato di una delle Grazie
Diventano divinità anche gli eroi o i pubblici benefattori
Anche gli artisti danno agli dei forma umana. Stilpone fu bandito dall’Areopago per aver detto che la Minerva della cittadella non era una divinità ma opera di Fidia
Capitolo Sesto – Nascita del teismo dal politeismo
Il teismo non si afferma grazie alla razionalità dei suoi principi. Anche oggi un popolano per dimostrare l’esistenza di un dio parlerà dell’improvvisa morte di uno, della straordinaria siccità di una stagione ossia propria di quegli eventi che sono maggior ostacolo ad teoria della provvidenza divina
Teismo dei primi principi: molti teisti non riconoscono l’esistenza di una provvidenza particolare ma pensano che una volta date le leggi generali che governano la natura da libero corso agli eventi
I miracoli che contraddicono l’esistenza di un progetto divino sono portati a dimostrazione dell’esistenza di Dio
Follia furore ed immaginazione esaltata sono considerati gli stati d’animo migliori per una comunicazione col divino
Prova a favore del cristianesimo: non è una religione il cui dio ogni tanto è sublime ogni tanto turpe come un uomo(maomettismo)
Capitolo Settimo – Conferma di questa dottrina
Critica al volgo: vuole garantirsi un posto tra gli eletti
Dicono i magi: se non volete……..allora non poggiate a terra i piedi nudi, non sputate nel fuoco ne gettate acqua sopra
Capitolo Ottavo – Flusso e riflusso di politeismo e monoteismo
Tendenza umana: idolatria-teismo – teismo-idolatria, innalzamento-caduta
l’uomo traveste le cause ignote da dei e le esalta. ma esaltandole le dà le caratteristiche dell’unità e della perfezione e gli mette degli intermediari. Questi intermediari semidivini più vicini alla natura umana diventano oggetto di culto e la religione finisce per ricadere nell’idolatria. Ma queste concezioni diventano sempre più volgari e finiscono per distruggersi da se stesse
Per ostacolare questa tendenza ebrei e maomettani hanno proibito la rappresentazione degli dei
Capitolo Nono – Paragone fra queste religioni per quanto riguarda la persecuzione e la tolleranza
Idolatria: aumentando il numero di dei e le funzioni delle sue divinità ammette gli dei delle altre sette e degli altri popoli insieme ai loro riti e alle loro tradizioni
Monoteismo: il contrario; la punizione è anche degli uomini empi. Critica al teismo (persecuzioni di Roma e Madrid)
Capitolo Decimo – Riguardo al coraggio e all’avvilimento
Il rovesciamento
Se la divinità è concepita come infinitamente superiore alla natura umana (credenza comunque giusta) essa può portare, unita a terrori superstiziosi, a avvilimento profondo, umiliazione, alla mortificazione e alla penitenza e all’umiltà e alla sofferenza passiva
(virtù monacali)
Se la divinità è vicina all’uomo, o addirittura si può diventare divinità, ci si sente molto di più a proprio agio e si è coraggiosi.
Teseo-Ercole-Ettore-Romolo / Antonio-Francesco-Domenico-Benedetto
Brasida(topo)/ Bellarmino(pulci)
Capitolo Undicesimo – Riguardo alla ragionevolezza o all’assurdità
il rovesciamento
Seppur non hanno prove a conferma i miti sono ragionevoli.
Il teismo popolare, coadiuvato da una filosofia superstiziosa porta a grandi incoerenze (scolastica particolarmente). Non sono teologie facili ma irrazionali che si nutrono di assurdità.
Le eresie più sono razionali più vengono condannate (ariani, pelagiani, erastiani…)
“Volete far ribellare la vostra ragione contro il sacro mistero? Nessuna punizione sarà sufficientemente adeguata alla vostra empietà. E i roghi che bruciarono gli eretici gioveranno a sterminare i filosofi”.
Capitolo Dodicesimo – Riguardo al dubbio e alla convinzione
Si può credere a tutto
Non esiste in tutto il paganesimo dogma più assurdo di quello della presenza reale. I credi più assurdi sono esistiti e continueranno ad esistere.
Cicerone: si prende gusti da scettico anche se poi in famiglia segue ed osserva la religione.
Religione mitologica e scolastica: la prima è più ragionevole e sfiora solamente lo spirito umano senza produrre profonde impressioni sulla mente e sugli affetti umani
Capitolo Tredicesimo – Concezioni empie della natura divina nelle religioni popolari di entrambe le specie
Giapponesi, indiani, africani adorano dei cattivi
Cavalier Ramsey: la colpa di Adamo, gesù salva solo alcuni, anche se dio è terribile dobbiamo credere che sia buono
Capitolo Quattordicesimo – Cattiva influenza delle religioni popolari sulla moralità
I fedeli non tentano di farsi amare dal dio attraverso la virtù ma attraverso futili pratiche, rapimenti estatici, fede in immaginazioni misteriose ed assurde
Pestilenze a Roma: non si sentono colpevoli ma nominano un dittatore che conficca un chiodo in una porta (dictator clavis figendae causa)
E’ l’atto immotivato ciò in cui si crede, proprio perchè immotivato si pensa sia caro alla divinità. Restituire un debbito è giusto e dovuto anche tra gli uomini, è frustarsi che va in gloria di dio
Indebolimento fisico e malattia spingono verso la superstizione. Una virtù salda ce ne tiene lontani