Russia: la rivoluzione d’ottobre – Il comunismo di guerra e la nascita dell’URSS

La rivoluzione d’ottobre

Durante una drammatica riunione del Comitato centrale del partito bolscevico, tenutasi il 23 ottobre, venne deciso il rovesciamento con la forza del governo Kereskij. Zinov’ev e Kamenev, due dei più alti dirigenti del partito, si opposero alla linea di Lenin che potè contare invece sull’appoggio di Lev Trotzkij, che fu l’organizzatore dell’insurrezione. Il 25 ottobre soldati rivoluzionari e guardie rosse si impossessarono del palazzo d’inverno e di altri punti strategici della capitale.

Lenin prese il potere quasi senza combattere, ottenne l’appoggio degli operai di Mosca e Pietrogrado e formò il governo, il Consiglio dei commissari del popolo, assieme all’ala di sinistra dei socialisti-rivluzionari che rappresentavano le masse contadine. Le terre (contro i dettami di Marx) vennero distribuite trai contadini.

I menscevichi, i cadetti e la maggioranza del partito socialrivoluzionario contestò vivacemente l’atto di forza bolscevico. Tuttavia non vennero organizzate manifestazioni e i partiti d’opposizione si concentrarono sull’elezione dell’assemblea costituente. Le elezioni, svoltesi in novembre, segnarono una dura sconfitta del partito bolscevico che prese meno di un quarto dei seggi (175 su 707). I menscevichi e i cadetti quasi scomparvero dalla scena politica mentre i veri trionfatori furono i socialrivoluzionari con 400 seggi.

Militari bolscevichi sciolsero già in gennaio l’assemblea. Quest’atto era coerente con la linea politica di Lenin che riconosceva il solo proletariato, e non la maggioranza della popolazione, come guida del processo rivoluzionario. Sin dal 1918 erano state poste le basi per una dittatura di partito.

Venne decisa l’uscita dalla guerra; con gli accordi di Brest-Litovsk (3 marzo 1918) la Russia cedeva alla Germania la Polonia, i paesi baltici, l’Ucraina e la Transcaucasia (le ultime due riprese dopo la fine della guerra)

La guerra civile

Inglesi e francesi inviarono truppe in Russia in appoggio dei monarchici e dei conservatori per capovolgere il governo rivoluzionario. Gli oppositori al regime bolscevico si organizzarono nelle cosiddette armate bianche, in opposizione alle armate rosse (il nuove esercito russo) guidate sempre da Troskij.

La guerra civile scoppiò nel 1918 e potè dirsi conclusa, con il successo dell’armata rossa, nel marzo del 1920. La vittoria dell’armata rossa fu dovuta in gran parte alla grande abilità di Troskij che in breve tempo riuscì a riorganizzare un esercito regolare. Francia ed Inghilterra tolsero il loro appoggio ai “bianchi” nel 1919 preoccupate dalle proteste in patria. Gran parte degli ufficiali dell’esercito zarista passarono nell’armata rossa.

Dittatura

Già nel dicembre del 1917 venne istituita la Ceka, la polizia politica, e il Tribunale rivoluzionario centrale preposto a processare chi disubbidisse al governo rivoluzionario. I processi divennero la quotidianità e furono eseguiti anche contro chi, come i menscevichi, esprimeva critiche non violente. Nel giugno del 1918 vennero proibiti tutti i partiti ad eccezione di quello bolscevico e venne reintrodotta la pena di morte abolita in ottobre.

Il comunismo nel mondo

In tutta Europa, finita la guerra, nacquero movimenti di radicale contestazione ispirati dalla rivoluzione russa. Ad inizio del 1919 la prospettiva di una rivoluzione globale era ancora possibile nonostante la durissima repressione attuata contro l’insurrezione spartachista in Germania.

In questo clima Lenin organizzò la Prima Internazionale comunista, al posto dell’Internazionale socialista, a Mosca in cui la Russia volle imporre la linea di Lenin provocando una spaccatura all’interno del socialismo ma riuscendo in gran parte dei suoi obiettivi tra cui quello di creare una rete di partiti comunisti rivoluzionari.

La “rivoluzione globale”, nonostante la grande presa dell’idee comuniste, non ci fu.

Comunismo di guerra

Con la formula comunismo di guerra viene indicata la politica (e la politica economica) attuata dal partito bolscevico nei primi anni post-rivoluzionari a partire dall’estate del 1918. Lenin si trovava a gestire una situazione molto difficile; doveva gestire un territorio molto vasto e minacciato da potenze straniere (Francia ed Inghilterra).

Dopo un primo momento di interventi non organici già nel giugno del ’18 vennero nazionalizzate le banche. Le derrate alimentari “in eccesso” furono requisite ai contadini benestanti (o creduti tali) e distribuite nelle città in cui la situazione era drammatica. Questo provvedimento fu sul lungo periodo dannoso in quanto molti contadini vissero la requisizione del grano in eccesso come un esproprio, se non un furto. In breve dunque fecero calare la produzione di grano riducendola al solo livello di sostentamento.

Venne praticamente abolita l’economia di mercato ed incoraggiate, con risultati modesti, le fattorie collettive (i Kolchoz) e le fattorie sovietiche (i Sovchoz). L’industria venne posta sotto rigido controllo statale e le distribuzioni decise a livello centrale. Venne introdotto il cottimo per stimolare la produttività. Il periodo più duro fu quello tra il 1920 e il 1921 quando alla guerra civile si aggiunse una grave carestia. In questo periodo morirono almeno 3 milioni e mezzo di persone. Seppur riuscì a provvedere ad alcune esigenze primarie il comunismo di guerra fu un’esperienza negativa.

In reazione alla politica governativa si sviluppò il mercato nero e ci furono molte rivolte, sia tra i contadini che tra gli operai. La più grande fu quella dei marinai di Kronstadt, città il cui appoggio nella rivoluzione fu determinante. La rivolta di Kronstadt venne repressa duramente.

Per avere un’idea della drammaticità della situazione russa basta considerare che, all’indomani della rivoluzione, il governo non era in grado di riscuotere le tasse ed era costretto a stampare moneta per ogni esigenza rendendo in breve inutile il denaro. Si tornò al baratto.

La NEP

Nel X congresso del partito bolscevico (nel 1921) venne varata una nuova politica economica(NEP). La NEP venne applicata solo dopo il buon raccolto del 1922.

Con essa finivano le requisizioni dei prodotti agricoli e il prodotto in eccesso poteva essere venduto sul mercato. Vennero liberalizzati anche il commercio e la piccola industria. Gli effetti di queste misure economiche furono positivi anche se favorirono, non volendo, un nuovo ceto di “trafficanti”, i nepmen, e i contadini più ricchi, i kulaki.

La NEP si fondava su un largo compromesso inanzitutto con i contadini, i tecnici e i professionisti ed, in generale, con l’economia liberista.

La nascita dell’Urss

La costituzione venne scritta nel luglio del 1918 e si fondava sulla Dichiarazione dei diritti del popolo lavoratore e sfruttato. Essa prevedeva la nascita di uno Stato federale (una Repubblica socialista mondiale, nei piani dei leader più ottimisti).

Nel dicembre del 1922 nacque in effetti l’URSS(Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche). Alla Repubblica russa si aggiunsero gli stati dell’ex impero russo: l’Ucraina, la Bielorussia, l’Arzebaigian, l’Armenia e la Georgia.

Le repubbliche che ne fanno parte sono, secondo la Costituzione emanata nel 1924, paritarie ed il potere deve essere amministrato dai Consigli dei soviet. In realtà la Repubblica russa divenne egemone ed il potere reale rimase nelle mani del partito comunista, l’unico partito consentito.

Nel 1924, dopo una malattia durata due anni,
muore Lenin.

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