L’unità d’Italia

Unificazione italiana: l’Italia ha questo nome già da 2 millenni, sotto i romani indica il territorio non provinciale di Roma. Essa ha una coscienza storica collettiva ininterrotta sin dal primo sec. a.C. nonostante la frammentazione. A metà 800 comprendeva 7 stati: regno di Sardegna, Regno delle due Sicilie, Stato pontificio, Regno Lombardo-Veneto, Granducato di Toscana e i ducati di Parma, Reggio, Piacenza e Modena.Cavour: Ministro dell’agricoltura e governo piemontese negli anni ’50. Contenimento delle influenze della destra clericale e della sinistra democratica, sviluppo economico, liberalismo, limitazione del potere regale, laicizzazione, vicinanza all’Inghilterra e alla Francia, contrasto con l’Austria per ottenere un Regno dell’Alta Italia, predominio piemontese in Italia, realismo politico e non ideologia.Tipico modello liberista-liberale. Grande importanza del Parlamento (connubbio, Rattazzi). Importanza dell’opinione pubblica (ristretta al 2% degli aventi diritto al voto) quindi dei giornali e delle associazioni. Prima classe politica tecnicamente preparata e prima classe dirigente nazionaleL’importanza sempre maggiore ottenuta dal parlamento nei confronti della burocrazia regia diede, ancor più che lo statuto albertino il colpo di grazia all’antico regime. Leggi Siccardi, abolizione degli ordini contemplativi (non dediti all’istruzione, alla predicazione o all’assistenza.
Leggi Siccardi: abolizione 1) foro ecclesiastico 2) manomorta (insieme dei beni della chiesa inalienabili) 3) diritto d’asiloIndipendenza 1859-1861.1) Situazione internazionale: Napoleone III era desideroso di rompere la politica di equilibrio internazionale. Nel 1853 lo zar Nicola I attaccò l’impero turco per espandersi nei balcani. La Francia e l’Inghilterra reagirono con la guerra di Crimea. Negli anni successivi sarà l’Austria a rimanere isolata
2) Crisi degli stati italiani: molto in ritardo rispetto al resto d’Europa erano dilaniati da scontri tra ceti e classi sociali. Il regno delle due Sicilie aveva in gran parte una economia pre-capitalistica.3) La scissione del movimento democratico nazionale: dopo il 1848-9 andava esaurendosi l’egemonia dei gruppi mazziniani. Mazzini era fautore di una rivoluzione unitaria repubblicana e democratica. Cattaneo era federalista. Inoltre vi erano grosse divergenze tra chi credeva nel piemonte come soggetto rivoluzionario principale e chi come Pisacane e Ferrari avversava tanto l’assolutismo quanto il liberalismo borghese (socialismo risorgimentale)4) La politica di Cavour: nel 1857 fu costituita la società nazionale guidata da giuseppe farina, disposta a combattere al fianco di Cavour, di cui faceva parte Garibaldi. Nel 1858 vennero siglati gli accordi di Plombiers tra Cavour e Napoleone II (regno dell’alta italia, due sicilie, stato della chiesa unito alla toscana. Confederazione di stati italiani guidati dal Papa). Nell’aprile 1859 ci fu un ultimatum austriaco. Iniziò la guerra d’indipendenza tra il piemonte, l’alleato francese e i volontari guidati da Garibaldi (I cacciatori delle alpi). Vi furono insurrezioni patriottiche in Emilia e Toscana che preparavano l’annessione al Piemonte. La forza del Movimento nazionale italiano pose fine alle mire espansionistiche francesi che nel luglio del 1859 firmò la pace (villafranca) con gli austriaci costretti a cedere la Lombardia alla Francia che poi l’avrebbe rigirata al Piemonte. Cavour non voleva la firma dell’accordo ma il proseguimento della guerra, Vittorio Emanuele II lo ratificò comunque e Cavour si dimise da primo ministro.Nel 1860 Cavour tornò alla guida del Piemonte e cedette a Napoleone III Nizza e Savoia in cambio dell’annessione al Regno di Sardegna della Toscana e dell’ Emilia(attraverso plebisciti). La spedizione dei mille: maggio 1860. Garibaldi e altri capi dei cacciatori delle Alpi assieme ad alcuni mazziniani partirono da Quarto verso la Sicilia. G. conquista l’Italia del Sud. Cavour manda La Farina subito espulso da Garibaldi contrario ad una annessione del Sud al Regno di Sardegna. L’esercito francese fu mandato a presidio del Lazio, quello piemontese dell’Umbria e delle Marche. G. chiese al re le dimissioni di Cavour ma Vittorio non accettò. Mazzini e i democratici chiedevano delle assemblee costituenti; per evitare le assemblee vennero indetti dei plebisciti che sancirono l’annessione al regno di Sardegna di tutto il mezzogiorno e poi delle Marche e dell’Umbria. Restavano il Lazio, il Friuli, la Venezia-Giulia, il Veneto e il Trentino.Nel 1861 l’elezioni del primo Parlamento. Vittorio Emanuele II primo re d’Italia, VII legislatura.L’unità d’Italia fu voluta ed ottenuta soprattutto da elites aristocratiche e borghesi e le masse contadine e cattoliche ne rimasero fuori. Stato e nazione in Italia nascono insieme a differenza delle comunità nazionali già consolidate.Lo stato nazionale italiano- Piemontesizzazione e accentramento: il modo in cui era nato lo stato italiano influenzò la sua organizzazione. Dal 1861 al 1865 l’ordinamento giuridico piemontese divenne l’ordinamento italiano e il sistema politico amministrativo fu fortemente accentrato.
Legge Rattazzi sull’ordinamento comunale e provinciale e legge casati sulla pubblica istruzione. Cavour voleva il decentramento e l’autonomia di tipo britannico in opposizione a quello accentrato francese. Codice penale, di procedura penale, di procedura civile.Nord-Sud: Cavour nominò Farini luogotenente generale del mezzogiorno col compito di eliminare le amministrazioni garibaldine collaborando con gli ex-borbonici e gli autonomisti moderati. Ottenne l’appoggio dell’alta borghesia e dell’aristocrazia non borbonica ma la chiusura della piccola borghesia e dei garibaldini democratici. Il consiglio di luogotenenza (una specie di governo del mezzogiorno) fu composto da intellettuali piemontesizzati che promossero una politica d’accentramento di stampo hegeliano (Scaloja, Pisanelli, Spaventa, Mancini). La luogotenenza Farini fallì per la mancanza di una solida base politica.1861, muore Cavour. Destra storica (Ricasoli): classe dirigente liberale e moderata che appoggiava Cavour. Utilizzò strumenti dirigistici, talvolta autoritari.Venne adottato un sistema accentrato visti i gravi problemi meridionali. 1865: il parlamento approva le leggi fondamentali per l’unione politico-amministrativa: legge comunale e provinciale, la legge sulla sicurezza pubblica, il codice civile e di procedura civile, codice di commercio, legge sulle opere pubbliche, sul contenzioso amministrativo.Lo stato divenne di tipo francese e prefettizio. Giustificati i timori di decentramento ma grossa distanza tra paese legale e paese reale.
Fattori di disomogeneità: 1) isolamento geografico e mancanza di vie di comunicazione 2)assenza di mercato nazionale 3) mancanza di una lingua comune. Fino al 1880 solo il 2-4% parlava italiano 4) Paesaggio e clima differenti 5) differenze economiche tra Nord e SudManca una società italiana (D’Azeglio “fatta l’Italia bisogna fare gli italiani”).Brigantaggio e rivolte contadine miranti al possesso della terra vennero sfruttate dai reazionari borboni (per risalire sul trono) e clericali (per riacquisire i privilegi perduti). La questione non venne risolta attraverso riforme ma militarmente. Vennero uccisi 5000 briganti (in generale ci furono più morti che in tutto il risorgimento). Le classi politiche del Sud si opposero a quella del Nord con frequenti casi di trasformismo politico e sociale delle classi dirigenti meridionali.Il risultato sarà uno stato debole lacerato tra idee liberali e autoritarismo. Anche il debito pubblico fu unificato (la metà era del regno di Sardegna), la necessità di creare infrastrutture generò la politica dell’indebitamento. Vennero venduti territori demaniali e i beni ecclesiastici, aumentò la pressione fiscale soprattutto sulla terra andando a indebolire i proprietari e di conseguenza i contadini.Storiografia: Romeo, Sereni: interdipendenza tra politica (unificazione nazionale) ed economia. Altri hanno sostenuto tesi duaistiche secondo le quali lo sviluppo del Nord risale al periodo pre-unitario e sarebbe cresciuto in maniera distinta rispetto al Sud (Cafagna). L’interdipendenza venne anche sostenuta in luce della trasformazione di coltivatori proprietari in produttori di reddito dopo l’emigrazione (Bonelli)Il sistema italiano divenne liberale e censitario. Le cariche di governo spettano ad una ristretta elite costituita dall’aristocrazia e dalla borghesia proprietaria. Avevano diritto di voto i cittadini maschi di almeno 25 anni che sapessero leggere e scrivere e pagassero almeno 40 lire di imposte dirette l’anno (ossia 1,9% della popolazione, percentuale solo leggermente inferiore agli altri paesi europei). Elettori ed eletti erano dunque rappresentanti di una classe politica omogenea dotata di grande potere; si è parlato di dittatura della destra.La destra storica non era un vero e proprio partito in senso moderno quanto una unione di comitati elettorali incentrati su notabili attorno ai quali si riunivano raggruppamenti regionali. Aveva due componenti, quella piemontese (La Marmora, Sella, Lanza) e quella moderata proveniente da altre regioni(Farini, Minghetti, Ricasoli). Probità, idealismo nazionale, rigore, liberale nella situazione con la chiesa.- Terza guerra d’indipendenza: iniziò, nel 1866, un conflitto tra Austria e Prussia. La Prussia chiese l’aiuto all’Italia, con il benestare di Napoleone III(che esercitava un semiprotettorato sull’Italia). L’Austria offrì all’Italia il Veneto in caso di mancata partecipazione alla guerra. La prima guerra dell’Italia unita fu orrenda sia per terra che per mare a Custoza e Lissa. I volontari di Garibaldi invece ottennero dei successi sulle Alpi. La Prussia vinse la guerra e l’Italia ottenne la fortezza di Mantova e il Veneto. Durante la guerra franco-prussiana l’Italia decise per la neutralità. Dopo la sconfitta della Francia si decise che era il momento di risolvere la questione romana. Il 20 settembre 1870 i bersaglieri italiani entravano a Roma da Porta Pia. Poco meno della metà della popolazione si astenne dal plebiscito per l’annessione di Roma e del Lazio.-Legge delle guarentigie: vengono riconosciuti al Papa onori sovrani, la facoltà di tenere guardie armate e la extra-territorialità del vaticano, di castel gandolfo, della cancelleria e del Laterano. Pio IX si rifiutò di accettare la legge dichiarandosi prigioniero dello stato italiano.

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