Scegliere un fornitore nell’epoca della comunicazione di massa

Nell’era del consumo critico e della comparazione permanente di prodotti, prezzi ed offerte commerciali, fare una concreta scelta di acquisto sta diventando paradossalmente più difficile che mai.

Il consumatore che veramente volesse scegliere con consapevolezza qualsiasi genere di prodotto dovrebbe necessariamente improvvisarsi a svolgere il ruolo del giornalista d’inchiesta, svolgendo per proprio conto un’analisi critica approfondita nel tentativo di separare e circoscrivere le genuine caratteristiche del prodotto in questione all’interno del magmatico flusso di comunicazioni commerciali, che ovviamente e immancabilmente accompagnano qualsiasi bene nel momento in cui questo viene offerto nell’arena pubblica del ‘mercato’.

E se la circolarità e la trasparenza delle informazioni sono da sempre una delle leve ‘magiche’ e allo stesso tempo basilari del mercato, nelle analisi d’accademia che studiano il capitalismo come sistema di relazione sociale, ecco che l’era dell’Information Technology giunge irrimediabilmente a complicare questi assunti teorici, moltiplicando fonti ed approcci all’informazione pubblica e frammentando le stesse politiche promozionali perseguite dalle aziende, sempre più abituate a giocare la partita pubblicitaria su diversi canali e capaci quindi di modulare il loro approccio pubblico in funzione dei target e quindi delle fasce di consumatori a vario titolo coinvolte/raggiunte da un determinato media.

Ecco quindi che la società di massa dipinge uno scenario che subito contraddice le teorie classiche di scuola novecentesca, trasformandoci immediatamente – e di nuovo – in consumatori necessariamente inconsapevoli e impreparati, facili prede degli uffici marketing delle aziende che ci vendono la roba.

Troppe informazioni equivalgono a nessuna informazione. Mai tale luogo comune potrebbe risultare tanto aderente al reale contesto di mercato quanto nel settore della vendita dei ‘servizi’.

Siamo bombardati dalle informazioni che riguardano il mercato di servizi come prestiti, mutui, tariffe telefoniche di ogni ordine e grado, tariffe di fornitura energetica per il gas e la luce, conti deposito e varie formule di risparmio gestito ad opera delle banche.

Tutti servizi fondamentali per i consumatori, che sono pertanto costretti a ‘giocare’ la loro scelta in uno scenario di ‘eccesso’ di informazione che mette in contraddizione le teorie degli apologeti del capitalismo, che spesso vedono nei processi di circolazione delle informazioni e della cultura come un mezzo di spontanea correzione delle storture del mercato.

Ben vengano tali contraddizioni, per carità, perché effettivamente tale valanga di ‘comunicazione pubblica’ costituisce indubbiamente uno dei simboli – e la base più che concreta – della libertà d’espressione per come oggi viene comunemente concepita in occidente.

Ma come diavolo potrebbe un semplice consumatore scegliere la polizza RCA giusta in mezzo a tanta offerta, senza dedicare un intero mese della sua vita, del suo tempo libero, ad un’indagine personale sulle varie offerte commerciali presenti nel pur ristretto mercato italiano?

Dobbiamo tutti trasformarci in Milena Gabanelli, volta per volta e caso per caso, solo per scegliere oculatamente un’azienda di servizi fornitrice?

milena gabanelli

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