Facebook e privacy, a che punto siamo?

Facebook
Si può dire che siamo a un punto di svolta per quanto riguarda la privacy di Facebook.

In origine la piattaforma non prevedeva un controllo su chi poteva visualizzare i vari post. Solo dopo le polemiche iniziali e dal 31 maggio 2010, è divenuto possibile decidere i destinatari dei singoli aggiornamenti. Inoltre, precedentemente chi voleva cancellarsi da Facebook aveva soltanto la possibilità di disattivare il proprio account, in modo che non risultasse più visibile e non apparisse sui motori di ricerca. A partire dal 2008 si possono eliminare in modo permanente i dati dai server del sito, foto comprese.

Ma è recentissima la notizia del vero e proprio cambio di rotta di Facebook sulla privacy.

Il creatore del social network Mark Zuckerberg ha, difatti, dichiarato che presto saranno disponibili per gli utenti nuove possibilità per proteggere i dati personali, anche tramite Fb Connect.

Dopo le polemiche e gli abbandoni scaturiti dallo scandalo del 2009, che vedeva Facebook implicato nello spionaggio Nsa, il creatore della piattaforma ha dovuto rivedere i suoi piani. Non più, dunque, una funzione di default per tutti i post dei nuovi utenti, accessibili così a chiunque; non più login automatico con condivisione dei propri dati personali ogni volta che si utilizza una app (strumento usato spesso per raccogliere dati a fini pubblicitari).

Ora la nuova politica sulla privacy prevede che i post dei nuovi iscritti siano visibili solo dagli amici degli stessi, l’apparizione di un promemoria (con tanto di allegro dinosauro azzurro) che chiede conferma ogni qual volta un utente condivide i propri dati, e il login anonimo per utilizzare le app.

Di certo un grande passo avanti per la privacy, dovuto probabilmente anche allo scandalo del 2009 a cui si faceva riferimento poc’anzi. Si era scoperto, infatti, che L’Nsa (National Security Agency, agenzia per la sicurezza statunitense) estorceva abusivamente dati dai computer spacciandosi per Facebook. Grazie alle dichiarazioni del giornalista Glenn Greenwald, basate sulle rivelazioni del contractor Edward Snowden, era infatti venuto fuori che l’Nsa aveva installato malware su decine di migliaia di computer anche mascherando i propri server come fossero quelli del social network.

Dopo lo scandalo, le polemiche e le proteste già esistenti si erano fatte sempre più numerose e, con l’arrivo di piattaforme ben più discrete (come ad esempio il popolarissimo WhatsApp), Mark Zuckerberg è stato costretto a trovare una soluzione per evitare di perdere l’utenza.

Ben vengano, dunque, i nuovi accorgimenti sulla privacy, i login anonimi alle app e il dinosauro azzurro che ti chiede: «Stai dialogando con la gente giusta?». Se servono a proteggere i nostri dati e i nostri computer non possono che essere modifiche gradite.

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