Cos’è il consumo critico?

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‘Produci consuma crepa’ cantava Ferretti alcuni anni fa, sintetizzando in tre parole l’attuale modello economico.
Questa economia in cui siamo immersi si basa su un ciclo continuo tra produzione e consumo, come è evidente. Squilibri e problematiche in uno di questi due ambiti (anche a livello internazionale) comportano variazioni impressionanti nella quotidiana situazione economica di ciascuno di noi.

Una specie di angosciante giostra infinita, produrre per comprare, comprare per produrre.

L’inversione attuale per cui bisognerebbe ‘far ripartire i consumi’ per aumentare la produzione, in effetti non ha senso.
O meglio, non ha alcun senso per le persone. Ha senso nell’ottica di continuare a tenere in piedi un sistema che fa acqua da tutte le parti.

Prendendo atto della situazione e del conseguente ‘potere’ (potenziale) del consumatore, in molti hanno proposto, e propongono, forme più o meno avanzate di ‘consumo critico’.

Di cosa si tratta?

Sostanzialmente di valutare con maggiore attenzione la quotidiana scelta di cosa consumare.
Quando scegliamo un prodotto o un servizio da acquistare valutiamo la ‘bontà’ di un prodotto rispetto ad alcuni fattori (il rapporto qualità/prezzo, per esempio) e non ad altri.

Iniziare a consumare criticamente significa ampliare il numero di fattori che fanno scegliere per un prodotto. Come termine generico ‘consumo critico’ è in effetti una pratica molto libera. Nel senso che naturalmente ciascuno decide cosa prendere in considerazione in relazione alla propria sensibilità.

Tendenzialmente chi già consuma criticamente rivolge la propria attenzione verso la modalità di produzione dei prodotti, ponendosi alcune domande: l’azienda in questione ‘rispetta’ l’ambiente? Garantisce dignità ai propri lavoratori?
Oltre a ciò altri fattori che possono orientare le decisioni di ciascuno di noi sono dalla parte del consumo e della distribuzione: la pubblicità proposta dall’azienda è corretta? L’azienda effettua pressioni, a vario titolo, sui governi per favorire la propria posizione di mercato?

…Le domande potrebbero essere molte altre. Ciascuno può scegliere quelle che ritiene più importanti.

Come è noto, in molti utilizzano anche forme di boicottaggio nei confronti di alcuni prodotti, di alcune aziende, o di alcuni Stati. Con ciò si intende, in senso ‘debole’, la decisione di non acquistare più determinati prodotti o servizi. In senso ‘forte’ il tentativo di ostacolare la diffusione di tali prodotti.

Consumo critico può significare anche l’opposto del boicottaggio, ossia la diffusione e la promozione spontanea di servizi e prodotti in linea con le proprie valutazioni critiche.

E voi cosa ne pensate?
Se già ‘consumate criticamente’ o boiccottate qualche azienda, raccontateci nei commenti la vostra esperienza…

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