Carlo Goldoni, il teatro di carattere e La locandiera

Carlo Goldoni (1707 – 1793) nasce a Venezia in una famiglia benestante.

Studia grammatica, retorica e filosofia prima di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza di Pavia, dalla quale viene espulso nel 1725 a seguito della pubblicazione di un saggio satirico sulla donne pavesi.
Consegue la laurea in legge solo nel 1731, dopo lunghi periodi di vita sregolata, lavori saltuari e piccoli lavori nell’ambito teatrale.

Dopo pochi anni dal conseguimento della tanto sospirata laurea in legge, è costretto a trovare rifugio a Milano a causa di un avventato fidanzamento e dai numerosi debiti contratti. Qui cercherà di sfondare con il melodramma Amalasunta che però si rivelerà un autentico fallimento.

Svolge numerosi lavori, ma il suo desiderio rimane quello di lavorare nel mondo del teatro: in questi anni vedranno la luce numerose opere: Il momolo cortesan, La donna di garbo, Il servitore di due padroni.

La vera svolta nella carriera di Goldoni avviene con il fortunato incontro con Girolamo Medebach, uno dei più famosi capocomici del tempo, che gli darà la possibilità di lavorare nel teatro Sant’Angelo di Venezia: qui andranno in scena alcune tra le sue opere più famose: Il teatro comico, La bottega del caffè, La famiglia dell’antiquario e la celebre commedia La locandiera.

A seguito di numerosi screzi con Medebach si sposterà, allo scadere del contratto, al teatro della famiglia Vendramin, dove produrrà altri suoi capolavori: Il campiello, Gli innamorati, I rusteghi, per citarne alcuni.

Nel 1762 Goldoni decide di lasciare Venezia spinto dal desiderio di sperimentare nuove esperienze: coglierà l’occasione di dirigere il teatro della Comédie Italienne di Parigi, dove però non riesce a fare breccia nel cuore degli spettatori parigini, già abituati a questo genere teatrale grazie alle opere di Molière.

Compone la sua ultima grande opera, Il burbero benefico, nel 1771, riscuotendo un enorme successo.

Con la sua florida attività, il commediografo Carlo Goldoni ha operato una straordinaria rivoluzione alla concezione di teatro: è riuscito a costringere gli attori ad abbandonare l’improvvisazione e ad attenersi ad un copione ed ha fondato la commedia di carattere, abbandonando i personaggi dal carattere stereotipato del passato.
Nell’opera goldoniana, i personaggi si svelano poco a poco e l’attenzione è interamente rivolta alla psicologia di ogni personaggio, libera di venire alla luce grazie all’estrema semplicità della trama.

Riassunto de La locandiera di Goldoni

Eleonora Duse interpreta Mirandolina ne La locandiera di Goldoni
Eleonora Duse interpreta Mirandolina ne La locandiera di Goldoni
La locandiera (1753), opera più famosa di Goldoni, è una commedia in tre atti ambientata in una locanda della Toscana.
Mirandolina, fascinosa proprietaria della struttura, è corteggiata da due clienti: il marchese di Forlipopoli ed il conte di Albafiorita; il primo è un aristocratico caduto in rovina che ha perso il titolo nobiliare, mentre il secondo è un mercante che è riuscito a comprarsi il titolo dopo aver fatto fortuna.

La storia si complica quando alla locanda giunge un nuovo cliente, il cavaliere di Ripafratta, che si dimostra del tutto insensibile al fascino della bella Mirandolina e che si comporta in modo burbero e autoritario.

Mirandolina non è abituata ad essere trattata come una serva essendo sempre oggetto delle attenzioni di tutti i suoi clienti, e decide così di punire il cavaliere facendolo innamorare: la strategia di seduzione messa in atto dalla furba locandiera scalfisce la dura scorza del cavaliere poco per volta, mettendone alla luce la psicologia e le debolezze, e alla fine lo porterà ad innamorarsi ossessivamente di Mirandolina.

Il cavaliere si troverà a sfidare i suoi rivali in amore, il marchese ed il conte, a duello: la tragedia viene evitata solo grazie all’intervento della locandiera che riesce a riportare la pace tra i suoi pretendenti.

Il cavaliere si rende presto conto di essere caduto nella trappola della donna e sbotta; Milandolina, consapevole di aver oltrepassato il segno, decide così di porre fine ad ogni gioco di seduzione sposando il suo fedele aiutante, Fabrizio: lei non lo ama ma lo sposa per la sua affidabilità, promettendogli di non far più innamorare gli uomini solo per nutrire il suo ego.

Il cavaliere sparisce così dalla vita di Mirandolina e così anche il marchese ed il conte che vengono invitati dalla protagonista a trovare alloggio presso un’altra locanda.

Monica Pessognelli

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