Creta minoica

Antica età del bronzo

Nell’egeo l’inizio dell’antica età del bronzo è convenzionalmente fissato attorno al 3000 anche se i processi che portarono alla diffusione di oggetti di metallo iniziarono già nel IV millennio (tardo neolitico) e furono lenti e progressivi.

E’ un periodo di grandi innovazioni: nuovi insediamenti e crescita demografica soprattutto nella grecia centrale e meridionale. Diventano centri importanti Manika in Eubea, Micene, Tirinto e Lerna in Argolide, Cnosso a Creta. Il perchè di questo sviluppo non è ancora chiaro; Renfrew ha ipotizzato per l’introduzione della policultura mediterranea (olivi, vite accanto ai legumi). Sherrat ritiene che sia stato l’aratro ad aver condizionato prima una produzione agricola stabile ed in seguito lo sviluppo della pastorizia.

Sul finire dell’antica età del bronzo si ha una crisi generalizzata in Grecia, Egitto, Mesopotamia, Troia spiegata di solito con l’arrivo di un popolo guerriero indoeuropeo, i greci appunto. Ma la tesi è archeologicamente e teoricamente insostenibile. C’è chi ha ipotizzato un degrado del territorio e chi un clima arido. Solo Creta prosegue lo sviluppo della complessità sociale mostrata nel III millennio entrando nella fase ricordata come “palaziale”.

La fase protopalaziale: lo stato a Creta

A Cnosso, Festos e Mallia appaiono edifici monumentali a più piani organizzati attorno ad una corte centrale. Ad Evans dobbiamo l’uso dei termini palazzo e minoico (dal mitico re Minosse).

Evans ipotizzò fossero la residenza dinastica del re-sacerdote. Renfrew lo considera un centro di potere economico a carattere redistributivo (furono trovate all’interno sia luoghi per la stipa del grano che testimonianze dell’uso della scrittura). Anche oggi i palazzi vengono considerati il centro di piccoli stati territoriali che monitoravano (tramite l’applicazione dei sigilli) la situazione economica e sociale.

Veniva usata una scrittura geroglifica ed una sillabica la (proto)Lineare A ambedue per fini amministrativi. Il palazzo permetteva l’accumulo di un notevole surplus alimentare.

Non vi è traccia a nella Creta di questo periodo di una classe militare e combattente. La società cretese sembra essere caratterizzata da un raro antimilitarismo.

Oggi l’idea del palazzo come centro economico è stata discussa sia per la mancanza di prove riguardanti l’amministrazione del territorio circostante che per il ritrovamento di altre strutture, non complesse come i palazzi, che possono svolgere alcune delle funzioni amministrative. A Mallia per esempio non era il palazzo a svolgere tutte le funzioni economiche ed amministrative ma altre costruzioni attorno ad esso. Esso sarebbe quindi il luogo in cui vengono espletate funzioni di tipo comunitario variabili. Difficile è considerare definitiva un’ipotesi. Mancano inoltre testimonianze di re o dinastie reali che potrebbero avvalorare la tesi “comunitaria”.

I palazzi

Non erano residenze di re come si è a lungo creduto. Sono strutture polimorfe e polifunzionali. Solitamente sono composti da due grandi cortili al centro e a ovest (per raduni, feste) con un marciapiede lastricato all’interno. Il palazzo di Cnosso, il più grande, è vicino ad un santuario su un monte, forse aveva funzioni religiose. I palazzi vengono distrutti per causa violenta alla fine del 1700 (forse un terremoto).

Fase neopalaziale (1700-1425)

Vengono ricostruiti i palazzi di Cnosso, Mallia, Festos e nascono anche altre strutture con funzioni amministrative ad Archanes, Galatas, Petras e Zakros ed edifici dal carattere monumentale sorgono a Tylissos. Haghia Triada, Kommos e Gournià.

Il periodo è caratterizzato da omogeneità culturale, sviluppo artistico, sviluppo dei commerci, egemonia di Cnosso, lineare A, metallurgia, lavorazione dell’avorio e della pietra. Sono stati ritrovati molti oggetti nelle tombe a fossa micenee. Fonti greche parlano di talassocrazia cretese, i reperti archeologici non ci consentono di sapere se si trattò di scambi commerciali o di un controllo politico di Creta.

Probabilmente Citera e Mileto furono colonie minoiche. La distruzione di queste strutture è dovuta ad opera umana e non fenomeni naturali, solo il palazzo di Cnosso restò quasi intatto (attorno al palazzo molte altre costruzioni vennero distrutte). L’eruzione del vulcano di Santorini è stata considerata tra le cause del declino della civiltà minoica, è difficile dire se ciò sia vero ed in quale misura. La crisi minoica è sicuramente legata all’ascesa della civiltà micenea, quanto ed in quale forme è difficile dirlo.

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