L’imperialismo tra ottocento e novecento

La rivoluzione industriale ha contribuito in modo decisivo al cambiamento della politica estera dei Paesi europei. In particolare, è legato allo sviluppo industriale il colonialismo ottocentesco. Il fenomeno è antico ma nel XIX secolo esso diventa il fondamento della politica espansionista e imperialista degli europei. Le colonie erano viste come fonte delle materie prime necessarie allo sviluppo dell’industria. La visione europea era caratterizzata da idee decisamente razziste. In particolare dall’idea che l’uomo bianco, superiore ed evoluto, avesse l’obbligo morale di civilizzare le altre popolazioni. L’Africa venne integralmente spartita tra le potenze europee. L’Inghilterra, Paese guida nel progresso industriale, fu anche il primo Paese a colonizzare in modo sistematico l’Africa.

Tra il 1871-1914 l’Europa va alla conquista del mondo. John Hobson dà nel 1902 la prima interpretazione del fenomeno, passato alla storia come colonialismo, in chiave economica. Egli considera il colonialismo un effetto perverso del capitalismo industriale.
Come lui, Schumpeter, vedrà nel miglioramento della condizione sociale generale una via per ovviare al colonialismo. Il colonialismo era deciso da accordi segreti e dava, oltre a vantaggi economici, l’idea della potenza della nazione imperialista.

Hobsbawm definisce imperialismo delle masse quel fenomeno che porta uomini e partiti politici, anche democratici (Crispi, Chamberlain, Ferry), che si impegnarono in imprese coloniali ad avere un vasto consenso nella popolazione; nuovi territori e gloria al posto di riforme.

La colonizzazione dell’Africa: le grandi potenze europee si spartirono il continente africano.

Nasce il mito della nazione espansionista (non più indipendente) basato sul conservatorismo, il militarismo e talvolta il razzismo. Il colonialismo è solo un aspetto dell’imperialismo che spesso preferì un controllo economico indiretto ed “informale”. Il sistema economico divenne mondiale.

In questo periodo nasce anche il mito della superiorità della razza germanica (i cui maggiori teorici saranno l’inglese Chamberlain, che sposò la figlia di Wagner, e il francese de Gobineau).

Impero inglese: nei confronti delle colonie bianche l’Inghilterra promosse un autonomia sempre maggiore fino ad arrivare in molti casi all’ autogoverno (Australia, Canada, Nuova Zelanda); nelle colonie nere l’Inghilterra mantenne un dominio indiretto affidando il governo ai capi locali.

Impero francese: la Francia preferì invece un dominio diretto e sostituì le leggi francesi a quelle delle colonie. Frequenti furono le rivolte coloniali.

Nacque una nuova organizzazione mondiale che dal sistema della Santa Alleanza passò ad un equilibrio mondiale incentrato sulla Germania e fondato sull’accordo di 5 potenze (Germania, Francia, Italia, Austria-Ungheria, Russia) col consenso della Gran Bretagna. Bismarck approvò sia l’espansione francese (preoccupato da una reazione dopo la sconfitta subita nella guerra) che quella inglese.

La politica estera divenne fonte di scontro politico interno tra i movimenti socialisti spesso critici verso l’imperialismo e quelli conservatori che appoggiarono in molti casi la militarizzazione.

Nel 1878 si svolse il congresso di Berlino in cui Bismarck fu il grande mediatore. La crisi dell’impero turco creò un nuovo assetto geopolitico. La Russia vide frustrate le sue pretese (nel congresso di Santo Stefano aveva imposto alla Turchia la cessione della Bessarabia, ed aveva ottenuto il dominio su Serbia e Bulgaria). Il congresso decise per l’indipendenza della Serbia, del Montenegro, della Romania e l’autonomia della Bulgaria. Bosnia ed Erzegovina restarono formalmente alla Turchia ma vennero affidati all’Austria-Ungheria. Grande tensione crearono i balcani, appetiti sia dalla Russia che dall’Austria. Bismarck iniziò a tessere il suo sistema d’alleanze, da una parte riavvicinò Austria e Russia nel trattato dei tre imperatori, dall’altra si alleò con la sola Austria a cui poi si aggiunse anche l’Italia.

La Francia stipulò con la Russia la duplice alleanza.

Gli USA entrarono nella politica mondiale con la guerra contro la Spagna conquistando Cuba e le Filippine. Dopo Bismarck (che si allontanò dalla politica nel 1890) la politica del giovane Guglielmo II divenne apertamente aggressiva. L’Inghilterra pose fine allo “splendido isolazionismo” accordandosi col Giappone. Chiese anche un alleanza alla Germania (che ai tempi di Bismarck più volte era stata chiesta dai tedeschi) ma si vide rifiutare la propria offerta. Gli interessi di Germania ed Inghilterra divergevano econmicamente.

La Germania superò l’Inghilterra nella percentuale di produzione manifatturiera mondiale (14,8% – 13,6%). All’inizio del secolo Chamberlain prese la prima misura protezionistica della storia inglese.

Fu realizzata la Triplice intesa tra Francia, Inghilterra e Russia (furono risolte le contese coloniali da molto tempo contrapponevano Russia e Francia).

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