Un umanista editore: storia di Aldo Manuzio

Siamo a Venezia, nella seconda metà del Quattrocento, al tempo in cui Gutenberg ha già messo a punto la sua innovativa tecnica che darà avvio alla stampa moderna in Europa. È qui che Aldus Pius Manutius – o Aldus Mannucius, come si firmava nelle sue prime opere – il cui nome è stato poi italianizzato in Aldo Manuzio, originario della provincia di Latina e nato presumibilmente nel 1449, contribuisce a determinare quell’importante ruolo che Venezia ebbe in quel periodo per l’Europa intera e nel contempo apre la strada alla moderna editoria.

Tipografo, stampatore, editore, grammatico, umanista, scopritore di talenti, uomo di cultura, imprenditore, innovatore, abile mercante, per alcuni il primo a mettere le basi per il moderno “marketing”: è così che viene ricordato Aldo Manuzio, al quale a tutt’oggi viene riconosciuto il valore della “modernità”.
A lui si deve principalmente il merito di aver fatto uscire i classici dai luoghi fino a quel momento a loro deputati – monasteri e università – per entrare nella vita quotidiana e influenzare così l’arte e la letteratura delle epoche a venire.

Aldo Manuzio

Un uomo dal forte gusto estetico, raffinato, che sempre perseguì l’intento della qualità più che della quantità, vicino ai più grandi letterati e artisti suoi contemporanei, che si inserirà perfettamente nel panorama umanistico della sua epoca e le cui innovazioni tipografiche influenzeranno per secoli tutta l’attività di stampa e l’editoria, fino alle scelte di realtà vicine a noi quali quelle della Apple. È infatti la Aldous Corporation che negli anni Ottanta del secolo scorso metterà le basi per l’utilizzo del desktop publishing professionale, rivoluzionando a sua volta le tecniche di impaginazione, grafica e produzione editoriale con l’ideazione e la commercializzazione del programma Aldous PageMaker.

Una ricerca del bello, dell’“aggraziato”, delle proporzioni, uno stampatore artigiano-artista, come viene talvolta definito, che ha saputo trovare quel giusto mix tra innovazione, tecnica, arte manifatturiera, amore per l’arte e la cultura, mercato. È a lui a cui dobbiamo la nascita della moderna impresa editoriale.
Ed è a lui che, in collaborazione con Francesco Griffo – abile e raffinato orafo e incisore bolognese di caratteri tipografici, che lavorò non solo a Bologna, ma anche a Padova e in seguito anche nelle Marche, dove impianterà una sua tipografia – che si devono per esempio l’invenzione del corsivo (non a caso chiamato in inglese “italic” e in francese “italique”, che aveva come vantaggio quello di ridurre lo spazio di stampa); dell’attuale formato tascabile (il cosiddetto “ottavo” impiegato per le “collane da bisaccia”, con piccoli “libelli portatiles”); l’impiego moderno della punteggiatura (a Manuzio si fa per esempio risalire l’invenzione del punto e virgola); della numerazione delle pagine su entrambe le facciate, nonché l’intuizione dell’importanza per un editore di realizzare un proprio catalogo che tra l’altro comprendesse anche edizioni di lusso, destinate ai clienti più facoltosi.

Logo Aldo Manuzio

La Tipografia Aldina – la cui celebre “marca” è un’ancora attorno alla quale si avvolge un delfino – resterà in attività fino al 1590 grazie ai suoi eredi. È qui che l’intenzione di Manuzio di preservare e diffondere la letteratura dei grandi classici greci e latini, poi allargata alla conoscenza dei suoi illustri contemporanei, si concretizzerà. Un vero e proprio “progetto editoriale”, quindi.

Tra le sue pubblicazioni ricordiamo anche quelle di autori quali Dante, Pico della Mirandola, Erasmo da Rotterdam, Angelo Poliziano – una curiosità: è in un suo libro che appare per la prima volta il noto motto di Aldo Manuzio “festina lente” –, Pietro Bembo, Francesco Colonna, Leon Battista Alberti, che rappresentano il primo esempio di come il “prodotto libro” potesse uscire dall’ambito accademico per entrare nel mondo “di massa”.
Non a caso il suo nome è stato utilizzato per il progetto promosso da Liber Liber – il “Progetto Manuzio” – per la raccolta in formato elettronico di capolavori della letteratura, tesi di laurea, manuali e riviste, che, sulle orme delle ambizioni del celebre editore umanista, si propone di creare una vastissima biblioteca per mettere a disposizione di tutti – gratuitamente – il nostro patrimonio letterario.

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