Kahbum, il bar del paesino della musica

Kahbum è un progetto partito nell’aprile del 2016 che, come viene indicato nel sito stesso, ha voluto mettere in relazione musicisti e produrre contenuti originali.
“Se la musica fosse un paesino, Kahbum sarebbe il bar”, viene indicato in home. Un luogo d’incontro, insomma, che prende il nome dal termine tibetano che significa “10.000 parole” e che ha dato l’opportunità non solo di ascoltare buona musica, ma anche di far vivere allo spettatore la fase che porta alla nascita di una canzone.
Una serie musicale per il web ideata e prodotta dell’agenzia creativa Necos che ha avuto l’originale idea di far incontrare in ogni episodio due musicisti in uno studio dove è stata loro consegnata una “kahbusta” con dentro un titolo, e che in novanta minuti dovevano produrre un pezzo.

Dietro questo progetto, che ha vinto tre premi, tutti nel 2016 (il Premio Drive Production al Taormina Film Festival, il Premio Treccani Web e il Premio Miglior Canale YouTube al MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti), la direzione artistica e la regia di Ulisse Poggioni, la produzione di Bruno Cristaldi, in redazione Antonio Marzotto, Daniele Confetto come set manager, l’ufficio stampa curato da Nico Caforio e, come produttore associato per la seconda serie, Andrea Santoro.
Soluzioni davvero geniali – e spesso esilaranti – riportati in video che condensano la fase creativa di due cantautori o band della scena musicale indipendente italiana e il risultato della loro collaborazione per realizzare, partendo da titoli davvero stimolanti, una composizione originale.

E così ecco – tanto per dare un assaggio di alcuni titoli delle due serie realizzate – il duo Stag/Chiara dello Iacovo in “Lost in trasloco”, Davide Shorty/Daiana Lou in “CTRL-Z”, Lodo Guenzi/Luca Romagnoli in “Una volta uno c’è morto”, Margherita Vicario/Lucio Corsi in “Il cuore va nell’organico”, Giancane/Lucio Leoni in “Adotta un fascista”, Eugenio in Via di Gioia/Pinguini Tattici Nucleari in “Salvatore Aranzulla”, Willie Peyote/Zibba in “Tua madre”. Un sito, quello di Kahbum, che rimanda, oltre a tutti gli episodi, anche a godibilissimi contenuti extra, offre un video in cui vari artisti raccontano la loro prima canzone e presenta il format “Tutti per uno”, in cui è stato chiesto a vari musicisti di comporre un brano in dieci giorni a partire dallo stesso titolo, presentato poi nelle serate live di Bar Kahbum (un esempio? Il brano intitolato “Se una notte d’inverno un Carlo Conti” nelle diverse interpretazioni di Suntiago, Ivan Talarico e Throwback).

Un progetto davvero interessante e stimolante che può essere seguito anche sul canale YouTube dedicato, ma anche su Spotify, Deezer e Play Musica, che merita di essere conosciuto e condiviso, partito dalla volontà di promuovere quella generazione di artisti che cercano e difendono l’autenticità e l’indipendenza nella musica, più interessati ai contenuti che alla forma, in contrapposizione al modello competitivo dei talent show, in cui tutta l’attenzione è rivolta alla performance più che alla valorizzazione dei contenuti.
Non a caso, un semplice sfondo nero con riprese a camera fissa, e massima – proprio massima – libertà ai musicisti.
A chiudere l’avventura di Kahbum, durata tre anni, l’episodio del luglio scorso che ha visto protagonisti John e William Courtney in “La fine dei 10 anni” che, come spiegano i produttori della serie, “cantano la fine di qualcosa e l’inizio di qualcos’altro”.
E questo, noi che abbiamo seguito e apprezzato Kahbum, ce lo auguriamo.

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