Modigliani. Nel centenario della morte, in libreria, il romanzo dello scrittore livornese Diego Luschi: Vi Sento

Diego Luschi, scrittore livornese, appassionato di Filosofia e Storia dell’arte, si cimenta in una strada inusuale con il suo romanzo “Vi sento” edito da Viola editrice. La passione per Modigliani, artista che ha difeso la sua creatività e combattuto a suon di pennello con molti suoi contemporanei contro i pregiudizi dell’epoca, spinge lo scrittore ad analizzare la figura di Modigliani eliminando ciò che lui definisce Gossip e considerando, piuttosto, ciò che ha compiuto Modigliani nell’arte, cercando di fornire un’interpretazione degli stati d’animo dell’artista.

Diego Luschi - vi sento - Modigliani

Il testo del Luschi, scrittore dai periodi arguti e mai scontati, scorre in modo fluente. Lo stile di scrittura che convoglia l’analessi nella struttura del romanzo, risulta ricco di elementi che si intrecciano in una retrospezione molto ben riuscita che fornisce al lettore, o tenta perlomeno, gli elementi per toccare gli intimi pensieri di quell’artista geniale che è stato Modigliani. La storia si sviluppa su un piano temporale di sette anni di vita dell’artista. Dal 1910 al 1917 sono gli anni della prediletta scultura e del trasferimento dei suoi canoni in pittura. Se la più parte dei romanzieri si inceppa nella retorica e nel mito, riducendo Modigliani a mero pittore di biografia, dove la preminenza del messaggio punta all’artista sconosciuto in vita, alcolizzato, donnaiolo, lo scrittore livornese compie un salto che va oltre queste inutili chiacchiere, onnipresenti ove la storia dell’arte latita e si ricorre alla pietas tralasciando qualsiasi elemento utile alla comprensione del valore artistico.

La necessità di immedesimazione, spinge il Luschi a leggere sull’argomento delle arti, sulla scultura per esempio, vivendo inoltre l’esperienza estetica delle letture che Modigliani più amava e di cui, essendo educato e istruito a fare, si nutriva.
Citazioni di Dante, Baudelaire, Rimbaud, Nietzsche, Ducasse che lo hanno sicuramente ispirato, si susseguono e tra rimandi letterari e aneddoti mirati, si può arrivare quasi a immaginare di vederlo e di provare a capire cosa pensava Modigliani difronte a un masso, di buona lena, con la tuta da lavoro, o mentre intento a consumare una zuppa preparata da Brancusi dibatteva di argomenti cari all’epoca: la geometria e la semplificazione delle forme. Il testo, ricco di rimandi ad artisti contemporanei di Modigliani, fornisce un’idea del fermento vissuto nell’età dell’oro in questione; Bourdelle, delle cui ultime novità si parla al Cafè de la Rotonde, ad esempio, è una chicca in una Parigi nazionalista dove anche attraverso le esposizioni nei Salons, i pittori d’avanguardia hanno condotto le loro battaglie per l’affermazione dell’arte moderna, contro i critici e il governo, preoccupato per la corruzione dei costumi.

L’arte è un patrimonio che esige rispetto e per la sua fruizione non si può sempre ricorrere solo ed esclusivamente agli elementi anedottici relativi ad amori, leggende, pena lo svuotamento del valore estetico dell’arte stessa che è il fulcro della vita di Modigliani.
Le prima copertina del Romanzo è curata da Gabriele Di Caro, nella seconda copertina invece possiamo ammirare il disegno di Francesco Tonarini che ci presenta Modigliani seduto di profilo. Parrebbe semi avvolto da una nebbia che si dipana, la nebbia degli orpelli! Chissà magari “si sente” anche un po’ che la tendenza si sta invertendo e magari, stavolta, imbocca la strada giusta.
La prefazione del Romanzo “Vi sento” è affidata a Lamberto Giannini, insegnante e regista.

Erika Tamponi

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.