“Fragile”, una mostra collettiva a Roma per ripensare l’incontro

Presso la Galleria Monitor di Roma è possibile visitare fino al 23 luglio 2021 la mostra Fragile a cura di Christian Caliandro. Sono esposte le opere di otto artisti – Thomas Braida, Anna Capolupo, Emanuela Barilozzi Caruso, Laura Cionci, Serena Fineschi, Oscar Giaconia, Marta Roberti, Serena Semeraro – diversi per formazione ed età, che propongono la loro ricerca sul tema della fragilità cercando di mostrare come quest’ultimo anno – a causa anche del lockdown – sia emersa l’esigenza di ripensare i rapporti e la funzione dell’arte. Appare infatti necessario, dopo questo lungo periodo di chiusura, comprendere come l’arte non possa essere solo un bene di “consumo” (come d’altronde non dovrebbe esserlo qualsiasi evento che riguardi la cultura). L’aspetto umano diviene quindi centrale nella ricerca artistica poiché è l’esperienza e il rapporto diretto che l’opera d’arte è in grado di creare il vero fulcro della ricerca, superando quella separazione tra spettatore e opera, pubblico e artista che spesso viene recepito nel mondo dell’arte.

E’ così che la relazione diventa “l’oggetto” che può essere visto da diverse angolazioni.
Alla mostra è possibile inoltre partecipare alla performance di Laura Cionci “Stringersi – Ciò che rimane”. L’artista propone l’esperienza di due gesti comuni – la stretta di mano e l’abbraccio – che durante la pandemia non abbiamo potuto più “vivere”. Attraverso un foglio di carta la performer abbraccerà lo spettatore. Il risultato è la carta che ritrova una propria tridimensionalità, prendendo corpo. La carta stropicciata verrà poi accumulata all’interno dello spazio espositivo e ciò che rimane, quindi, è la testimonianza dell’abbraccio e del “rischio” vissuto in quei pochi secondi di contatto. Anche se la carta è mezzo protettivo, l’artista ci propone di rivivere quella dimensione intima che si gioca nel rapporto con l’altro e più precisamente con qualcuno di totalmente sconosciuto.

L’opera di Emanuela Barilozzi Caruso, invece, è la testimonianza di un lavoro collettivo che si è svolto a Palermo dove l’artista ha vissuto, insieme alle persone che hanno partecipato, un lungo incontro attorno ad una tavola allestita che non è mai stata cambiata per undici giorni. Nel rispetto del D.P.C.M. del 2 marzo 2020, Barilozzi Caruso ha perciò suddiviso i vari momenti di incontro tra colazioni, pranzi e cene. Tutto ciò è stato documentato dalle fotografie esposte alla mostra, nelle quali vediamo le posate e i bicchieri, cibi e disegni che rimangono a testimoniare l’avvenuto incontro. Ognuno è partecipe dello stare insieme ma anche testimone di quello che è avvenuto prima, in sua assenza. L’incontro e il rapporto con gli altri – sembra suggerire l’artista – non si è fermato nonostante le direttive esterne. Il titolo dell’opera, “Sensazioni” , diventa quindi un’opera viva, nella quale si sperimenta l’avvicinamento, lo scambio, in cui emergono stati d’animo, conoscenza e successive separazioni.

Gli artisti, anche in questa occasione, ci spingono a fare un passo più, ad andare al di là per pensare al quotidiano da una prospettiva diversa. Questa mostra collettiva, nel periodo storico così complesso che stiamo vivendo, ci permette di riflettere su quello che abbiamo sperimentato, ripensando al rapporto con gli altri ma anche alla nostra soggettività, al vissuto intimamente personale. Nel lavoro di Serena Semeraro appare questo: andare a fondo per ritrovare il sé, e non pensarsi più solo come un “io”. Tra scrittura e pittura emerge allora una realtà personale che però non è isolata. Nella sua opera ritroviamo quella profondità che rispecchia anche qualcosa che sta dentro di noi.

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