La Deposizione di Volterra e la scultura contemporanea, Mutinelli e Riva omaggiano Rosso Fiorentino

La Galleria Etra Studio Tommasi di Firenze presenta una suggestiva mostra dal titolo Rubeus et alii, in cui le opere di Ugo Riva e Elena Mutinelli dialogano con la celebre Deposizione della Croce di Rosso Fiorentino. La mostra è a cura di Elisa Gradi e Antonio Natoli ed è resa possibile grazie all’ideazione e organizzazione di Francesca Sacchi Tommasi, è’ visitabile fino al 31.08.2021 presso la Pinacoteca Civica di Volterra, nel Chiostro e giardino di Palazzo Minucci Solaino.

Per la cultura storico artistica italiana la Deposizione di Giovan Battista di Jacopo di Gasparre detto Rosso Fiorentino, è senza dubbio un’opera di straordinaria importanza, emblema di un’epoca e dello stile manierista, che trasmette una forte drammaticità e al contempo è capace di dialogare con il presente giacché l’arte di Rosso Fiorentino da sempre si connota per l’ originalità e per la sua essenziale modernità. A distanza di 500 anni dalla sua opera più celebre, quindi, possiamo ammirare l’omaggio di questi due artisti contemporanei – diversi per formazione – in dialogo con l’opera e con il suo artista attraverso un ponte immaginario che ci fa avvicinare all’arte moderna e alla sua storia.

Manifesto Principio, Elena Mutinelli

Elena Mutinelli espone l’opera Manifesto Principio, una scultura imponente, realizzata con marmo di Carrara e alta 170 centimetri. Un’opera che ha richiesto un lungo lavoro di progettazione e realizzazione e che rappresenta Cristo che esce dalla materia, in una dimensione nella quale possiamo trovare sia la morte che la vita nell’idea futura di “resurrezione”. Grazie ad un determinato uso scultoreo la materia sembra vibrare. L’immagine di Cristo esce del marmo con uno slancio all’indietro, la testa invece è sorretta da due figure indefinite che stanno sotto di lui. L’immagine complessiva è estremamente teatrale – così come voluta dall’artista – ed esprime una forte tensione psicologica. Il dialogo con l’opera di Rosso Fiorentino ribalta la classica interpretazione della “deposizione” da parte della scultrice. L’opera viene infatti qui spogliata di ogni riferimento iconografico legato al tema cristiano, riacquista una dimensione terrena, legata alla materialità, al corpo e alla sua realtà fisica, presente e reale.

L’opera di Ugo Riva anch’essa si inserisce in una dimensione teatrale che anima le quattro figure in terracotta pensate per questa esposizione. Una delle quattro si intitola Solitudine, fatta durante il periodo del lockdown. Niente di più contemporaneo quindi se si pensa l’opera d’arte come espressione di un vissuto presente, nelle quali le figure disperate si muovono energicamente, e appaiono allo spettatore animate nel tentativo di scappare da qualcosa di terrifico, non toccandosi mai. Entrambi gli artisti si rifanno quindi alla tradizione fiorentina nell’uso dei materiali – marmo e terracotta policroma – ma al tempo stesso riescono con una estrema sintesi e cogliere gli elementi essenziali della Deposizione di Volterra restituendoci una visione estremamente attuale e contemporanea.

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