Il grande manto verde. Lo splendido esordio di Capitani coraggiosi di Kipling

Relativamente alla struttura narrativa dei testi, con “esordio” si intende l’evento che muove la situazione iniziale dando il via allo svolgimento della trama. L’esordio narrativo ha quindi un significato in parte diverso rispetto all’uso comune della parola, che nel linguaggio quotidiano significa invece “inizio”, “debutto”.
L’esordio di un testo narrativo è un momento cruciale, quasi un secondo incipit. E’ il momento in cui effettivamente inizia lo svolgimento della vicenda raccontata nel testo, una rottura dell’equilibrio iniziale.

La qualità, originalità, bellezza estetica dell’esordio fa spesso la differenza: in un certo senso, è l’esordio l’origine del racconto. Non a caso, sono numerosi gli esordi divenuti celebri. Un esempio per tutti: “Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”.

Un testo narrativo, ovviamente, non per forza deve avere un esordio. Gli scrittori fanno da sempre ciò che vogliono, senza lasciarsi imbrigliare in strutture di narrazione costruite a tavolino. Credo comunque che ciascun lettore possa agevolmente rendersi conto di quanto gli esordi siano frequenti in narrativa passando mentalmente in rassegna gli ultimi romanzi letti.

Capitani coraggiosi è forse il romanzo più noto di Kipling. Pubblicato nel 1897, il libro racconta delle avventure del quindicenne Harvey Cheyne a bordo della We’re Here, una goletta di pescatori.
Nelle prime pagine del romanzo, con brevi tratti, Kipling descrive il carattere di Harvey. Il ragazzo, figlio di un ricco magnate delle ferrovie, è in viaggio su un transatlantico con la madre per recarsi dagli Stati Uniti all’Europa. E’ viziato, spocchioso, arrogante. Un giovane rampollo di buona famiglia, irrispettoso, fatuo e poco uso al lavoro.

Poi, l’esordio. Mentre Harvey si trova sul ponte di coperta, un’onda investe la nave travolgendo il ragazzo e scaraventandolo in mare. Harvey verrà salvato da Manuel, uno dei pescatori della We’re Here.
Così sintetizzato, l’esordio di Capitani coraggiosi appare drammatico e periglioso, pienamente coerente con le aspettative dei lettori di un romanzo d’avventura.

Ma il modo in cui Kipling racconta la vicenda è davvero sorprendente:

Semisvenuto per il mal di mare, Harvey fu sospinto da un movimento del timone sul bordo liscio della poppa, dove un’onda bassa e lunga, sbucando grigia dalla nebbia, se lo prese letteralmente sottobraccio, e se lo portò lontano, sottovento. Il grande manto verde si chiuse silenzioso sopra di lui, e Harvey si addormentò tranquillamente.
Fu risvegliato dal suono di un corno…

onda verde

Nessun urlo, nessun dramma, nessun drammatico tentativo di non affogare. Harvey si addormenta tranquillamente, coperto da un “manto verde”.
Kipling nel tratteggiare questa immagine sta chiaramente parlando d’altro. La burrascosa vicenda vissuta da Harvey è non tanto e non solo un naufragio, ma anche e soprattutto un placido sonno. E il risveglio schiuderà al ragazzo una nuova vita, a cui si abituerà abbastanza in fretta.

L’onda trasporta lontano il ragazzo e poi si trasforma in un manto verde che lo ricopre completamente. Grazie a questo peculiare manto, Harvey cade in un sonno tranquillo.
La storia sembra sdoppiarsi. E’ infatti possibile costruire un parallelismo tra l’evento realmente vissuto da Harvey, il naufragio, e il suo senso, l’addormentarsi sereno grazie all’aiuto di un manto verde. Tale parallelismo permette di capire qualcosa in più sul protagonista della vicenda.
Il naufragio è per Harvey un’esperienza mai vissuta prima. Allo stesso modo, in parallelo, anche dormire tranquillamente dev’essere per il ragazzo un’assoluta novità. Dobbiamo quindi immaginare che le perfette giornate del ricco borghese si siano alternate, sin dall’infanzia, a notti di sonni agitati…

Da una parte quindi il naufragio, che porta il romanzo verso il genere d’avventura, dall’altro il sonno di Harvey, che focalizza la vicenda sulla vita interiore del ragazzo, rendendo il libro un romanzo di formazione.

Non è facile capire il significato del “manto verde”. E’ un’immagine artistica e, come tale, risulta sfumata, sfuggente, ricca, e perciò irriducibile a un discorso logico-razionale.

Il “manto” è una trasformazione originale ma coerente dell’onda. Nell’ottica del passaggio dalla realtà materiale (l’acqua dell’onda) alla dimensione onirica (l’addormentarsi tranquillamente), il “manto” può essere inteso come una coperta, un lenzuolo. Come la coperta protegge il sonno dai disturbi esterni, così l’onda protegge Harvey dall’ambiente in cui vive. Una protezione, quella dell’onda, che è in realtà un cambiamento radicale, ossia l’essere portato lontano dalla propria vita.

“Il grande manto verde si chiuse silenzioso sopra di lui”. Harvey viene completamente avvolto dal manto verde, è del tutto immerso nel mare. Il manto si chiude silenziosamente. Un silenzio impossibile, a meno che la focalizzazione non sia – in questo passaggio – proprio su Harvey. L’unico che, essendo immerso completamente nell’onda, non sente più i rumori. Avvolto da un liquido, nel silenzio, Harvey si ritrova in una condizione non dissimile da quella intrauterina. In questo senso, il suo sorprendente dormire tranquillo potrebbe essere un richiamo all’omeostasi del feto nel grembo materno più che al sonno propriamente detto.

Perché il manto è verde?
Quale sia, in effetti, il colore del mare è una domanda meno banale di quel che sembra. Immagino si possa affermare che il mare sia con ogni evidenza blu, al massimo azzurro o turchese. Ma la letteratura è un vento che scompiglia i capelli e fa dubitare di assunti eccessivamente semplici.
Kipling scrive prima che l’onda è grigia (“un’onda bassa e lunga, sbucando grigia dalla nebbia…”) e che diventa poi, per l’appunto, verde.

Il significato letterario dei colori è un argomento affascinante e complesso. E’ sicuramente vero che in molti casi gli autori utilizzano il colore in modo significativo, soprattutto quando rendono qualcosa di un colore diverso da quello usuale, come in questo caso.
Non si tratta infatti di una descrizione oggettiva, non c’è mimesi. Il naufragio è raccontato in un modo particolarissimo e senza attenzione al realismo dell’evento.
Del resto non v’è nessun motivo oggettivo per fare il mare grigio, né verde. Ad essere verde è tra l’altro il manto, metafora dell’onda, non direttamente il mare. Il manto, insomma, essendo un’immagine, avrebbe potuto essere di qualsiasi colore. Kipling sceglie il verde.

Il riferimento letterario al verde che mi viene sempre alla mente è la descrizione della gelosia fatta da Iago nell’Otello di Shakespeare. E’ un celebre passo in cui Iago sobilla e manipola Otello per fomentare la sua gelosia nei confronti di Desdemona.

Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre.

La gelosia, dice il diabolico Iago, è un mostro dagli occhi verdi. E’ interessante che a costruire questa immagine sia proprio Iago che è, forse, l’invidioso più noto della letteratura occidentale. Shakespeare sembra quindi abbozzare un’articolazione tra l’invidia e la gelosia. E utilizza il verde per farlo.

Anche in Italia, come in Inghilterra, il verde viene associato nel linguaggio comune proprio all’invidia. I riferimenti letterari sono tanti, alcuni molto antichi. Uno davvero bello si trova nelle Metamorfosi di Ovidio (760 e ss.). L’autore latino descrive l’invidia personificata, e anche in questa descrizione compare il verde:

Il pallore le segna il viso, la magrezza tutto il corpo;
mai dritto lo sguardo, ha denti lividi e guasti,
il cuore verde di bile, la lingua tinta di veleno.

Un eccesso di produzione di bile, ossia di rabbia, rende verde il cuore d’Invidia. Anche la lingua di Invidia, come quella di Iago, è tinta di veleno.

Capitani coraggiosi inizia con alcuni uomini che conversano nel fumoir del transatlantico. Parlano male di Harvey, che considerano viziato e fastidioso. Poco dopo Harvey entra nella stanza inserendosi nella conversazione con sfacciataggine e sicumera. Gli uomini lo rifiutano e con uno stratagemma – un passeggero tedesco gli offre un sigaro talmente forte da farlo star male – lo allontanano.

Harvey appare dunque, nelle pagine antecedenti all’esordio, desideroso di entrare nel mondo dei grandi e di mescolarsi ai normali passeggeri della nave. Ma non ci riesce. Viene infatti accolto con fastidio e poi allontanato.
E’ particolare che un ragazzo della sua condizione sociale desideri mischiarsi con la gente comune, rischiando anche di venire rifiutato. Perché lo fa? Che sia mosso dall’invidia? Forse intuisce che gli altri passeggeri di notte dormono sonni tranquilli, pur non possedendo le sue ricchezze.

Una intuizione, una speranza, una rinascita…

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.