Le principali caratteristiche del romanzo di formazione

Per dire la verità, certe volte ho difficoltà a inquadrare perfettamente un romanzo di formazione. Anche se conosco la definizione di questo genere (ovvero un testo che segue l’evolversi del protagonista o dei protagonisti verso l’età adulta), e so che viene anche chiamato “Bildungsroman” perché tipico della narrativa tedesca, talvolta non riesco a capire in modo inequivocabile se un testo sia di formazione o meno.
Ciò che accomuna testi che appartengono a questo genere è l’età della vita del personaggio di cui si racconta, la quale precede l’età adulta. Avremo quindi romanzi in cui il protagonista o i protagonisti (persone comuni che vivono le loro esperienze quotidiane) si trovano nell’infanzia, nell’adolescenza oppure nella gioventù.

Da considerare che i romanzi di questo genere possono rientrare in una o in un’altra categoria: psicologico, fantasy, d’avventura, distopico, storico, “rosa”, per bambini o ragazzi, filosofico… E avere una diversa struttura formale (molto spesso autobiografico, raccontato in prima persona, ma può anche essere epistolare). Può darsi che il mio “problema” – forse poco interessante per chi leggerà questo scritto – stia nella difficoltà a capire quando “scatta” l’età adulta… Oppure si tratta di una difficoltà generalizzata di categorizzare. Oppure sono incappata in opere di narrativa definite “di formazione”, ma che toccavano anche l’età adulta, facendomi andare in confusione.

Detto questo, la caratteristica principale di questo genere di romanzo resta chiara: un momento di formazione che porta a una trasformazione, e che quindi percorre l’evoluzione della personalità del protagonista, che va incontro a diverse esperienze e prove, in un cammino fatto anche di errori, timori, disagi, con l’intento di conoscere meglio se stesso e il mondo che lo circonda. Non a caso le vicende nei romanzi di formazione si snodano spesso lungo un viaggio, ci raccontano del complesso rapporto che il protagonista ha con i genitori, dei suoi primi amori e delle sue prime esperienze lavorative, delle sue sfide per conquistare un ruolo nella società. In ogni caso, l’attenzione è focalizzata sui sentimenti e sui pensieri del giovane e sul suo ambiente sociale. Questo, almeno, nei romanzi di formazione contemporanei, in quanto in passato esso svolgeva una funzione per lo più pedagogica e anche moralistica.

gruppo di ragazzi di spalle

In pratica, si prefiggeva di promuovere l’integrazione sociale del protagonista, mentre oggi – vuoi per come è cambiata la pedagogia a partire dal Novecento, vuoi perché il genere si è contaminato di altri modi di narrare e di stili – l’attenzione si è spostata soprattutto all’età adolescenziale, si è introdotto l’uso di tecniche quali il flusso di coscienza, il monologo interiore o il discorso indiretto libero, i luoghi privilegiati sono diventati quelli della provincia e della periferia, e lo scopo è più quello di “vivere dal di dentro” le emozioni e i sentimenti del protagonista più che svolgere una funzione pedagogica. C’è da dire che il romanzo di formazione presenta alcune varianti narrative, quali l’“Entwicklungsroman” (romanzo dello sviluppo, incentrato sulla maturazione del protagonista attraverso esperienze negative), l’“Erziehungsroman” (il romanzo della fase educativa, che evidenzia come sul protagonista gravi una forte normatività educativa) e il “Künstlerroman” (la novella della formazione artistica, in cui l’arte ha una funzione incisiva sulla crescita del protagonista).

Al termine del suo viaggio (vero o metaforico che sia), il giovane ha compiuto il processo di formazione ed è diventato un adulto, più consapevole di sé e del mondo. Trame più o meno complesse, ma che fondamentalmente condividono una struttura che si potrebbe equiparare a quella (semplice) della fiaba, con dialoghi e riflessioni riportati in modo per lo più colloquiale. Per avere più facilità a inquadrare il genere, possiamo riferirci a testi recenti di cui si è parlato molto, come “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano, vincitore del Premio Strega e del Campiello opera prima nel 2008, che ha poi visto anche un adattamento cinematografico abbastanza di successo, che ripercorre le vicende dell’infanzia, dell’adolescenza e dell’età adulta di due personaggi, Alice e Mattia.

Altro esempio è rappresentato dalla serie di romanzi de “L’amica geniale”, di Elena Ferrante, di cui è stato fatto anche un adattamento televisivo piuttosto recente, che però alcuni categorizzano come “romanzo di maturità” anziché “di formazione” (e questo a me già confonde un po’…). Andando indietro nel tempo, moltissimi sono gli esempi di romanzi di formazione pubblicati a partire dal Settecento fino ai giorni nostri.

ragazza legge harry potter

Solo per citarne alcune, oltre a quelle che abbiamo già ricordato, ecco alcune opere che vengono definite “di formazione”: “Olga di carta”, di Elisabetta Gnone; “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Addon; “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti; la saga di Harry Potter della scrittrice J. K Rowling; “Paddy Clarke ah ah ah” di Roddy Doyle; “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizi; “Il mondo di Sofia”, di Jostein Gaarder; “L’Alchimista” di Paulo Coelho; “Altri libertini” di Pier Vittorio Tondelli; “La ragazza di Bube” di Carlo Cassola; “Ragazzi di vita” di Pier Paolo Pasolini; “L’isola di Arturo” di Elsa Morante; “Il signore delle mosche”, di William Golding; “Il giovane Holden” di J. D. Salinger; “Sulla strada” di Jack Kerouak; “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino; “Con gli occhi chiusi” di Federigo Tozzi; “Ritratto dell’artista da giovane” di James Joyce; I turbamenti del giovane Törless di Robert Musil.

Per quanto riguarda l’Ottocento: “Cuore” di Edmondo De Amicis; “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi; “Le confessioni d’un italiano”, di Ippolito Nievo; “Grandi speranze” e molte altre opere di Charles Dickens; “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde; “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni; per arrivare, durante il Settecento, a opere quali: “I dolori del giovane Werther” di Goethe; “Emilio, o dell’educazione” di Rousseau; “Candido, o l’ottimismo” di Voltaire; “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift; “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe… In ogni caso, la nascita del romanzo di formazione si attribuisce a Goethe, che per primo ha definito appunto “di formazione” un’opera letteraria come “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister”, da lui scritta nel 1779, e che segue le vicende di un giovane lungo un viaggio iniziatico attraverso l’Europa.

Per approfondire puoi leggere il nostro articolo su alcuni romanzi di formazione che sono diventati dei classici.

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