Il dopoguerra in Italia – Democrazia e repubblica

L’Italia democratica

Il 25 luglio del 1943 viene arrestato Mussolini che ha perso la fiducia del Gran consiglio fascista.
I nazisti occupano il Nord e dopo essersi annessi l’ Alto-Adige, il Friuli, l’Istria, la Venezia-Giulia e la Dalmazia fondano la repubblica di Salò alla cui testa pongono Mussolini liberato dal confino nel Gran Sasso.

A Sud continua l’invasione americana. L’Italia non esiste più. A Roma viene formato il CLN dai sei partiti antifascisti: Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito socialista italiano di unità proletaria, Partito d’Azione, Partito Liberale Italiano, Democrazia del Lavoro. Punto di riferimento per la maggioranza della popolazione italiana che aveva aderito al fascismo resta la chiesa.

Resistenza

Dal 1943 al 1947 l’anno della firma del trattato di pace l’Italia resta un paese sconfitto privo di sovranità nazionale. 8 settembre 1943 il governo Badoglio firma la resa incondizionata con “gli alleati”. A ottobre l’Italia dichiara guerra a Mussolini.

In molti chiedono al re di abdicare ma Vittorio Emanuele III (fuggito assieme al governo a Brindisi) rifiuta. Il governo si trasferisce a Salerno e dopo il riconoscimento dell’Unione Sovietica ne entra a far parte anche Togliatti.

Gli Stati Uniti dopo la liberazione di Roma nel giugno del 1944 costringono il re ad andarsene, il figlio Umberto diventa luogotenente del regno. Nasce il nuovo governo Bonomi presidente del CLN. Le principali città italiane vengono liberate prima dell’arrivo delle truppe inglesi e americane. L’Italia è di nuovo unita (primavera del 1945) e sulla resistenza (minoritaria) si ricostruisce l’Italia.

Il primo governo dell’Italia liberata è il governo Parri uno dei capi della resistenza azionista. Dopo poco a causa dei conflitti politici e sociali (esecuzioni sommarie e scontri nelle regioni dove lo scontro tra fascismo e antifascismo era stato più duro) cadde il governo e ne fu formato uno da De Gasperi con l’appoggio liberale ma ben visto anche dai socialisti e dai comunisti.

Monarchia e repubblica

Il 2 Giugno 1946 l’89% degli italiani aventi diritto (per la prima volta anche le donne) sceglie la Repubblica con il 54% dei voti contro il 46%. Primo partito nella costituente è la DC col 35% dei voti, seguono il PSIUP col 21% e il PCI con il 19%.
La chiesa appoggiò la DC nella quale i 2/3 degli eletti appartenevano all’azione cattolica.

Nonostante l’avversità del Papa, De Gasperi decise per un governo di unità nazionale con socialisti e comunisti sia per via dei trattati di pace da firmare (anche con la Russia) che per l’assemblea costituente presieduta da Saragat. Capo provvisorio dello stato liberale fu nominato De Nicola (simpatizzante monarchico). Nel febbraio 1947 vengono firmati i trattati di pace: l’Italia perde l’Istria, la Dalmazia e la Venezia-Giulia, Trieste viene internazionalizzata. Solo nel 1954 si ha la definitiva sistemazione di Trieste.

L’Italia repubblicana

Nel 1947 De Gasperi forma un governo di cui non fanno più parte nè comunisti nè socialisti accontentando il Papa Pio XII e gli Stati Uniti che approvano la dottrina Truman e il piano Marshall di aiuti ai paesi “liberi” in chiave antisovietica. Sta per iniziare la guerra fredda. Luigi Einaudi è ministro del tesoro. Il PSIUP si scinde nel PSI (Nenni e Basso) vicino ai comunisti e nel PSDI (Saragat) democratico.

Il PCI di Togliatti fautore di una politica sostanzialmente riformistica era in grande difficoltà nei rapporti tra politica interna ed internazionale.
Il 1 gennaio 1948 terminano i lavori della costituente e nasce la costituzione italiana.

Nella ricostruzione italiana fu fondamentale il ruolo extra-nazionale della chiesa (nuovo punto d’equilibrio come lo fu la monarchia) e le potenze vincitrici.

Le elezioni del 1948 vennero percepite come lo scontro tra comunismo e anticomunismo. La chiesa aiutò la DC in tutti i modi così come gli Stati Uniti. Votano il 92% degli aventi diritto. La DC con il 48,5% dei voti ottiene la maggioranza assoluta. Il fronte popolare il 31,03%. Il PSDI il 7,1, Msi 2%.Il governo DC, PLI, PSDI, PRI fu liberale e dirigista.

Estate 1948: un pericoloso attentato a Togliatti (leader del partito comunista) fa precipitare l’Italia è sull’orlo della guerra civile. Scelba (ministro dell’interno) rispose duramente ai movimenti popolari. Togliatti stesso, dall’ospedale, cercò di placare il tentativo rivoluzionario contribuendo non poco al mantenimento dell’ordine.

Nel 1949 nasce la repubblica popolare cinese, l’Italia entra nel Patto Atlantico. Lotte agrarie in Calabria con alla testa il PCI. Scioperi di Modena. I morti furono decine. Fu istituito il Consiglio d’Europa (la Ceca è del ’51).

1950: nuovo governo De Gasperi (Fanfani è la sinistra DC), legge Sila e legge stralcio di riforma agraria assegnano a 90000 famiglie 400000 ettari espropriati ai grandi proprietari terrieri.

Un altro importante provvedimento è la Cassa del Mezzogiorno.

La crisi centrista

Viene approvata una la maggioritaria che assegna i 2/3 del parlamento a chi ottiene il 50 + 1. Le opposizioni, fortemente critiche, chiamarono questa legge con il nome con cui passò alla storia: “legge truffa”. La DC arriva al 49,8. Il risultato, pur ragguardevole, viene considerato una sconfitta di De Gasperi. Si chiude l’era De Gasperi.

Fanfani e Moro

Fanfani: nel congresso del 1954 Fanfani diventa il Leader DC. Allontana la DC dalla gerarchia ecclesiastica. La DC entra nei grandi enti pubblici come l’Iri e l’Eni guidata in quegli anni da Enrico Mattei. Nel 1955 diventa Presidente della Repubblica, contro il volere di Fanfani, Giovanni Gronchi che istituzionalizza la Corte ed il CSM attuando un vero e proprio disgelo istituzionale della “democrazia protetta” di De Gasperi.

1956: nel XX Congresso del Partito Comunista Sovietico nella sua relazione, Kruscev, condanna i crimini di Stalin. E’ la prima occasione pubblica in cui il partito comunista Russo critica pubblicamente il suo ex leader. La relazione ha una grande risonanza internazionale. Il PCI (tranne il presidente della CGIL Di Vittorio) resta con la Russia, il PSI se ne allontana.

1957: nasce il MEC, mercato comune europeo che darà grande impulso all’economia italiana.

Gli USA sono preoccupati dalla triade “terzomondista” Fanfani-Gronchi-Mattei.

Le scissioni interne portano alla guida DC Aldo Moro nel 1959.

1960: nasce il governo Tambroni, con l’appoggio dell’MSI, a cui viene permesso di svolgere il Congresso nazionale a Genova. La città insorge. Tambroni sommerso dalle critiche per la decisione perde la fiducia e Moro architetta una soluzione parlamentare: governo Fanfani con la solita maggioranza ed appoggio esterno dei socialisti.

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