arte nft

Arte NFT

Nel mondo dell’arte NFT c’è un evento che ha destato stupore e che ha spalancato la strada alla compravendita dell’arte digitale. L’11 marzo 2021, infatti, la famosa casa d’aste Christie’s ha venduto per 69,3 milioni di dollari l’opera “Everydays: The first 5000 days” dell’artista Beeple (Mike Winkelmann). L’opera consiste in un grande collage formato da 5000 immagini digitali che l’artista ha creato in altrettanti giorni. Il compratore, MetaKovan, è un collezionista di opere NFT. Ciò che colpisce è che per questa cifra il nuovo proprietario non ha portato a casa con sé un’opera fisica ma solo un file che ne attesta la sua validità e unicità. Un file in JPEG corredato da uno “smart contract address”, un codice con un indirizzo che identifica l’unicità dell’opera nella blockchain.

Arte digitale e NFT

 

L’arte digitale esiste da molto tempo ma è chiaro che la clamorosa vendita di Beeple e la creazione di NFT comporta un riconoscimento artistico finora impensabile.

Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad un uso sempre più massiccio di produzione di immagini digitali, per non parlare della stessa macchina fotografica, dell’uso di effetti cinematografici o la musica elettronica che si avvale dell’utilizzo di specifici programmi per produrre file musicali. Moltissime sono state le sperimentazioni sotto questo punto di vista, anche se possiamo dire che la nascita della digital art si attesta intorno agli anni ’50 per opera di due matematici Ben Laposky e Manfred Frank che sperimentano la nuova tecnologia più in senso grafico che propriamente artistico. Certamente non possiamo parlare di arte digitale come di una novità. La ricerca artistica già nel novecento esce dai canoni classici per orientarsi verso nuove forme espressive. Tantissimi artisti rivoluzionano il concetto di arte e di conseguenza tutto ciò che questo stravolgimento ha implicato sia nella fruizione dell’arte che nello stesso mercato dell’arte. Nel corso degli ultimi decenni si sono svolte importanti mostre dedicate ai new media art con la possibilità di vendere file direttamente ai collezionisti. E’ chiaro quindi che sarebbe stato un processo naturale quello di considerare l’arte digitale un bene artistico a tutti gli effetti che grazie agli NFT viene ulteriormente validato.

La novità degli NFT sta non solo nella capacità di questa tecnologia di rendere un bene digitale del tutto originale ma anche nella possibilità di aprire un mercato che ha un canale del tutto autonomo grazie alle monete virtuali. Non solo bitcoin, infatti. Il boom dell’arte NFT ha spinto la crescita di altre monete virtuali, primi fra tutti gli Ether.

Va ricordato inoltre che la copia di un NFT può circolare liberamente mentre prima dell’impiego di questa tecnologia era impossibile distinguere la copia dall’originale. Fare copie di un’opera NFT aiuta, paradossalmente, a diffondere l’opera e ad aumentarne notorietà e valore. Esattamente come la diffusione di immagini della Gioconda di Leonardo non danneggia, ma anzi aiuta, il Louvre che la ospita.

 

Cos’è l’arte digitale?

 

La Treccani definisce l’arte digitale come un arte sperimentale che si avvale delle tecnologie informatiche. Si inserisce in quella macro area che possiamo definire new media art, ossia quell’arte che viene prodotta e fruita con i nuovi mezzi di comunicazione non analogici. Si può parlare di arte digitale, genericamente, quando viene utilizzato il mezzo informatico per creare un’immagine, una musica o più semplicemente una fotografia.

Facendo un passo indietro nel tempo possiamo sicuramente affermare che l’arte e la tecnologia sono sempre state alleate. Gli artisti hanno sempre cercato di utilizzare le nuove tecnologie per sperimentare nuovi mezzi, per destrutturarli e per servirsene. Essendo l’arte un linguaggio che serve all’essere umano per comunicare qualcosa, non stupisce che nella nostra epoca in cui la comunicazione digitale è tutto venga utilizzato anche questo mezzo non solo per produrre arte ma anche per sperimentarne la fruizione, la trasmissione e la commercializzazione, come sta accadendo ad esempio con l’arte NFT.

 

Appunti di storia dell’arte digitale

 

Quando nasce la fotografia l’artista figurativo mette in discussione la sua funzione. Con l’immagine fotografica si opera un’enorme frattura rispetto al passato, un terremoto che stravolgerà il concetto stesso di arte. Successivamente durante tutto il Novecento gli artisti si avvalgono della fotografia per produrre nuove immagini ma solo negli anni ’80 la fotografia diviene espressione autonoma a sé stante, entrando nella gallerie come oggetto artistico originale. Un processo piuttosto lungo.

Se pensiamo all’arte del Novecento, ci troviamo di fronte ad una trasformazione che ridefinisce totalmente il concetto stesso di fare arte, per cui l’opera non ha più un valore in quanto è stata fatta materialmente dall’artista ma ciò che conta è il concetto, l’idea, a volte il processo per arrivare ad una determinata immagine o forma estetica. Pensiamo all’arte Dada o ai ready-made di Duchamp, fino ad arrivare all’Arte Concettuale e al movimento Fluxus nato negli anni ’60 che ripropone l’elemento di rottura con tutto ciò che può essere tradizionalmente definito opera artistica.
Fluxus esprime anche un’aperta ostilità alla commercializzazione dell’arte. In quest’ottica può essere inserita anche la net.art che decide di esplorare l’elemento comunicativo della rete, ne indaga il potenziale anche come alternativa alla realtà in cui si vive dato che il virtuale ha logiche del tutto diverse. Questo approccio si lega poi all’hacktivismo vero e proprio: arte come azione politica.
La net.art viene fatta risalire al suo padre fondatore, Vuc Cosic, che riceve nel 1995 un’email probabilmente da un software non compatibile con il suo e nella quale all’interno di una serie di simboli appare anche la dicitura net.art:

[…] J8~g#|\;Net. Art{-^s1 […]

Si tratta della nascita di un linguaggio che viene “creato” dalla rete stessa, che poi scompare nel momento stesso in cui si rompe l’hard disk dove era contenuta. E’ il processo artistico che appare importante, non ciò che rimane. L’arte diventa quindi un processo di incontro, uno scambio, una rete di possibili interazioni che per sua natura è immateriale ed in ciò si lega alle opere che nel Novecento hanno valorizzato il ruolo dell’invisibile nell’arte.
Un altro mezzo che viene utilizzato sempre negli anni ’90 è l’Ascii art che sta per American Standard Code for Information Interchange. Anche questa tecnica viene utilizzata da Covic per creare immagini.

Un altro importante artista che si è occupato di digitale tramite video-art è Bill Viola. Sicuramente uno dei massimi esponenti di questa forma artistica, Viola ha sempre posto l’attenzione sia sul linguaggio del passato che sulla contemporaneità, concentrandosi sulla vita dell’essere umano nel suo senso più profondo, universale e quindi sempre attuale. Questa sua riflessione infatti permette allo spettatore di entrare in profonda connessione con le immagini in movimento proposte dall’artista, che “muove” le rappresentazioni del passato dando vita a personaggi che esprimono un forte pathos. Definito “pittore elettronico”, Bill Viola dipinge immagini in movimento sullo schermo che sostituisce la vecchia tela bianca. La grandezza artistica di Viola sta proprio nell’utilizzare il mezzo elettronico con una sapienza artistica che obbliga lo spettatore alla contemplazione, là dove il mezzo non saprebbe facilitare questo compito. Lo spettatore infatti è costretto a fermarsi e a seguire, con lo sguardo, i movimenti che appaiono spesso rallentati sullo schermo. Di fronte a noi, persone reali si muovono in situazioni immaginarie, quasi surreali, che riescono a rievocare vissuti profondi personali e al tempo stesso universali.

 

 

Esempio italiano di video art per lo più interattiva lo dobbiamo ai lavori di Studio Azzurro, una ricerca collettiva che ha permesso nell’arte contemporanea l’esplorazione tra tecnologia, percezione e interazione sensoriale con lo spettatore. La tecnologia in questo caso è un mezzo per creare un rapporto tra esterno e interno, tra ambiente e persona; Studio Azzurro sembra indagare i diversi strati delle percezioni e delle emozioni espandendo la ricerca sull’immaginario collettivo e politico. Dagli anni ’80 indaga il rapporto con l’immagine “elettronica” che supera quella tradizionalmente fruita dalla televisione nel formato quadrato, per espandersi e diventare un’immagine a grandezza reale che si estende nello spazio espositivo. Ma appunto non solo immagini, ma suoni, luci, ombre, che creano un spazio altro nel quale immergersi risulta un’esperienza unica.

 

NFT: arte digitale contemporanea o bolla speculativa?

 

L’arte digitale in questo momento si sta ritagliando spazi sempre più ampi e prestigiosi, sia nell’ambito del circuito del mercato dell’arte che nei grandi musei o eventi espositivi come la Biennale d’arte di Venezia. Immersi come siamo nelle immagini digitali a tal punto da passare sui dispositivi elettronici moltissime ore al giorno, è giunto il momento di fare un distinzione tra le tante immagini che ci si pongono di fronte e quelle che hanno un valore artistico. A questo proposito stanno nascendo musei incentrati solo ed esclusivamente sull’arte digitale.
L’ampio dibattito critico su cosa è realmente arte e cosa invece non lo è, suscitato già dalle sperimentazioni del primo Novecento, appare oggi particolarmente urgente per l’evoluzione dell’arte digitale e dell’arte NFT.

La storia dell’arte digitale è una storia che ha molte sperimentazioni alle spalle e spesso è stato complicato definirla proprio perché i mezzi informatici o i software stessi sono diventati sempre più numerosi cambiando l’essenza di questa forma d’arte.

I mezzi per produrre immagini o video quindi si sono pienamente sviluppati dentro la rivoluzione tecnologica. Rimane comunque sempre necessario per chi si occupa di studiare le opere artistiche – siano esse digitali o no – il percorso di chi le crea, la ricerca sull’immagine e sul suo contenuto, la critica politica o sociale – quando essa è presente. L’interesse dell’artista nel far emergere alcune contraddizioni che non permettono di andare oltre l’ordinario.

A Lemona il mondo dell’arte NFT incuriosisce molto. Se volete presentarci le vostre opere d’arte NFT, potete utilizzare il form in basso o scriverci a mail@lemona.it. Se volete promuovere le vostre opere NFT su Lemona, vi consigliamo di visitare la nostra pagine per la promozione artisti.

 

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