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Arte generativa

Anche l’arte sfrutta le tecnologie più avanzate. È questo il caso dell’arte generativa, una forma d’arte che si concretizza utilizzando nuove modalità e processi creativi con l’ausilio di strumenti informatici.
Si tratta di opere generate quasi interamente da sistemi autonomi avviati da un artista, il quale affida a un software la codifica di regole e parametri per la creazione di una o più opere.

Il contributo alla creazione di un’opera è quindi anche non umano, con l’impulso di un processo che parte sì di un artista in carne e ossa, ma che segue poi le “decisioni” di un algoritmo.

Cos’è l’arte generativa

Uno strumento che, a ben vedere, non è certo nuovo nell’arte, basti pensare a quanto siano stati utilizzati nella musica, nella letteratura, nell’arte in generale, spunti di combinazioni e altri sistemi in cui la casualità ha un ruolo fondamentale (esempi ne sono il Dadaismo e il Surrealismo).
A differenza del passato, oggi gli strumenti sono tecnologici e riguardano processi decisionali propri dei nuovi mezzi e sistemi informatici.
L’algoritmo, quindi, diventa, nell’arte generativa, un elemento chiave nella creazione di un’opera finita, assieme, appunto, agli elementi e ai processi predisposti dalla mente umana.
Una sorta di assemblamento di elementi la cui “decisione” di combinazione è affidata a un sistema automatico con il fine di creare un’opera unica e originale, di cui in pratica spesso nemmeno l’autore sa esattamente quale sarà il risultato finale, in quanto si tratta di un’azione imprevedibile lasciata al modo in cui è stato programmato il software.
Da qui la riflessione che, pur partendo dallo sviluppo di un’idea umana (la programmazione e la scelta dei dati sono comunque predisposte dall’artista, al quale sono quindi richieste competenze non solo artistiche, ma anche informatiche), vi sia una riduzione dell’intenzionalità umana, affidata in parte invece alle scelte probabilistiche prese da una macchina.

Storia dell’arte generativa

Un processo, quello dell’arte generativa come oggi la intendiamo, che ha preso avvio negli anni Ottanta del secolo scorso, quando si è iniziata a considerare la possibilità di interazione fra uomo e macchina, per poi sviluppare software sempre più sofisticati che hanno interessato sempre più informatici e artisti tesi a generare infinite variazioni che possano produrre opere uniche e irripetibili.
Solo per fare qualche nome, si possono citare il musicista e ideatore di software Ward Adrian; l’artista virtuale Harold Cohen, che negli anni Settanta ha sviluppato il programma AARON; il gruppo svizzero dei Buro Destruct; il noto musicista Brian Eno; gli artisti visivi Manfred Mohr e Vera Molnár: la ricercatrice italiana Elisa Giaccardi; il gruppo del Politecnico di Milano guidato da Celestino Soddu; il creatore del primo programma Automat Carlo Monastra…

Prospettive dell’arte generativa

Una nuova era per ogni forma d’arte e anche per altri campi di applicazione (pensiamo per esempio al design), che in effetti apre molte possibilità, in cui gli strumenti informatici possono essere intesi come strumenti esecutivi per espandere la creatività umana e non per limitarla, sostituirla o cancellarla, così come in effetti è sempre capitato a seguito di scoperte, innovazioni e nuove forme di sperimentazione.
Un argomento, questo, che suscita comunque molte riflessioni e apre discussioni, anche perché tecnologie quali l’intelligenza artificiale hanno iniziato a essere sempre più utilizzate anche nell’arte, fino a produrre opere che, grazie ad algoritmi di apprendimento profondo, possono sembrare create da artisti umani.

Ci si interroga infatti sia sulla natura di un’opera generata da un algoritmo, sia si temono le implicazioni dell’automazione in ambito artistico.
Da considerare, comunque, che anche nel caso dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, il sistema autonomo non ha il ruolo di creatore e il risultato a cui si arriva è pur sempre l’interpretazione di input generati da un essere umano. L’intero processo può quindi essere considerato più come una “fusione” tra creatività umana e potenzialità informatica.

Quello che è certo è che, data la continua e anche veloce evoluzione della tecnologia, ci si sta muovendo verso campi dell’arte finora inesplorati e che questo sta modificando e continuerà a modificare la nostra concezione di “fare arte” e la definizione di artista, il quale è sempre più visto – appunto – come un generatore, creatore di arte.

Approfondimenti

Se sei un artista e ti occupi di arte generativa, puoi visitare la nostra pagina dedicata alla promozione artistica. Se stai organizzando un evento di arte generativa, puoi invece consultare la sezione di Lemona sull’event marketing.

In basso trovi alcuni link per approfondire la tematica.