Daniel Defoe, il furbo

A Daniel Defoe dobbiamo la nascita del romanzo moderno; il suo nome rimarrà pertanto scolpito fino a che esisterà l’uomo. Sebbene vi siano dei precedenti anche illustri, in primis il Don Chisciotte di Cervantes, egli fu in effetti il primo ad utilizzare questa nuova forma letteraria in modo sistematico. Lo fece con Robinson Crusoe, altro nome sacro nel tempio della letteratura. Celebrato come iniziatore del genere e acuto scrittore, che sia stato anche un furbo matricolato non è altrettanto noto.

Daniel Defoe nella sua vita fu molte cose: imprenditore (fabbricante di mattoni), commerciante (calze e articoli di lana poi tabacco e vino), speculatore, agente segreto al servizio del governo, giornalista. Mise presto in atto la sua scaltrezza, tanto per cominciare modificando il suo cognome, che era Foe, aggiungendovi la particella nobiliare e trasformandosi così in Daniel Defoe. Voleva passare per nobile, anche se suo padre era iscritto alla corporazione dei macellai e di mestiere faceva il mercante di candele. Il nuovo cognome poteva aprirgli le molte porte a cui bussava per ottenere credito e prestiti in denaro per le sue mille attività. L’unico scopo che ebbe nella vita infatti fu quello di fare soldi, nessun altro.

Per raggiungerlo non esitò a prendersi molti rischi e a mischiarsi anche con la politica, mettendosi a volte al servizio dei progressisti (i Whigs) a volte al servizio dei conservatori (i Tories). I rischi gli valsero la prigione per debiti, i traffici con la politica la gogna pubblica. Ma aveva talento, questo è innegabile, e non era mai a corto di idee. Nel 1704, quando in Inghilterra scoppiò l’interesse per la lettura dei giornali, fondò The Review, La Rivista, e andò avanti per nove anni. La scriveva praticamente da solo. Si rese conto che per ottenere l’attenzione di un vasto pubblico, e di conseguenza il suo denaro, non bastava pubblicare solo notizie politiche od economiche ma occorreva trattare argomenti più leggeri, tipo cultura, gossip e novità letterarie. Aggiunse così anche la rubrica di cronaca mondana e quella delle lettere dei lettori; fu il primo anche in questo.

uomo che pesca

Fiutava il vento ed era sempre pronto a cogliere nuove occasioni di guadagno. Per lo stesso motivo, sempre i soldi, volle scrivere un libro. Non sentì alcuna vocazione letteraria e del resto sarebbe stata alquanto tardiva dal momento che prese quella decisione alla bella età di cinquantotto anni. Ma i libri, come i giornali, erano la moda del momento e quindi un affare redditizio, a patto di centrare l’argomento. Come tutti gli inglesi anche lui aveva letto la storia del marinaio scozzese Alexander Selkirk, sopravvissuto miracolosamente per quattro anni su un’isola disabitata al largo del Cile, e ne era rimasto colpito. Per questo lo volle incontrare di persona e si fece raccontare tutti i dettagli della storia. Poi si presentò all’editore Taylor e con lui concordò persino il numero di pagine del libro che aveva in mente di scrivere. Infine si mise all’opera. Il titolo? La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe.

Allinea poi una serie di furbate degne di lui. Finge che si tratti di una storia vera, perché è quello che reclama il pubblico, e sul frontespizio non stampa il suo nome ma firma solo la prefazione, facendo credere che il libro sia opera dello stesso Robinson, un uomo comune che, fatto ritorno a casa, scrive e poi fa pubblicare le sue memorie. Anticipa nella prefazione: “Se mai furono degne di pubblicazione per il mondo le avventure di un uomo comune, e certamente accettabili una volta pubblicate, il relatore della presente storia non dubita che questo sia il caso. Le meraviglie della vita di quest’uomo superano ogni altro caso che si conosca, la vita di un solo uomo difficilmente potendo accogliere maggiore varietà di eventi”.

Per ultimo inserisce alla fine del libro dei rimandi a quello che sarebbe stato un seguito. Come nei film di Hollywood, per dire quanto avanti fosse il nostro amico. Il libro esce il 17 aprile 1719 ed ha un successo strabiliante; in pochi mesi si susseguono quattro edizioni. Nell’agosto dello stesso anno Defoe pubblica Le ulteriori avventure di Robinson Crusoe e nell’anno seguente Serie riflessioni durante la vita e le sorprendenti avventure di Robinson Crusoe. Nonostante tutto, Daniel Defoe non riuscì mai a raggiungere lo scopo della sua vita: morì nei pressi di Londra, all’età di 71 anni, solo e pressochè in miseria.

Teodoro Lorenzo

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