Se siete abituati a parlare di pannelli e di silicio quando l’argomento di conversazione è il fotovoltaico, preparatevi ad essere stupiti da nuove forme e materiali!
In tutto il mondo la ricerca avanza a ritmi frenetici, ad esempio arriva dal Brasile l’innovativo progetto del pannello solare realizzato in plastica che rappresenta una novità importante rispetto ai pannelli in silicio perché questo materiale permette una notevole diminuzione di spessore e peso inoltre grazie alla sua flessibilità, consentirà una maggiore integrazione funzionale ed estetica.
La leggerezza ed il ridottissimo spessore abbatteranno i costi logistici e di istallazione, l’utilizzo di un elemento comune e quindi facilmente reperibile come la plastica permetterà una diminuzione dei costi di produzione e di trasporto, influendo positivamente sul prezzo di vendita.
Questa nuova tecnologia è ancora in fase di sviluppo e per ora l’efficienza energetica ed il ciclo vitale di questi “fogli fotovoltaici” sono inferiori rispetto ai pannelli tradizionali.
Di particolare intesse sono i nuovi studi che puntando all’utilizzo di materie organiche in sostituzione del silicio, il loro uso comporterebbe una notevole riduzione delle emissioni inquinanti, un ovvio risparmio sull’acquisto delle materie prime oltre ai vantaggi sopra elencati, legati alle peculiarità della flessibilità e della leggerezza.
Un ricerca presentata dal Polo Solare organico della Regione Lazio riguarda l’utilizzo di una pasta di biossido di titanio costituita da un colorante organico ottenuto dai mirtilli e sigillata fra due fogli flessibili o vetri di materiale conduttore, i pigmenti naturali contenuti in questi frutti, emulando il processo di fotosintesi clorofilliana, sono in grado di generare energia in condizioni climatiche e di esposizione non ideali ed hanno un rendimento di 40w al metro quadro con luce diretta e di 25w con luce diffusa.
Un altro progetto molto promettente riguarda l’utilizzo di una proteina fotosintetica degli spinaci che combinata con il silicio aumenterebbe la capacità di accumulo e di conversione della luce in energia elettrochimica.
Anche questi sistemi al momento presentano l’inconveniente del ciclo vitale e della produzione energetica ancora troppo ridotti per poter pensare ad una commercializzazione su larga scala.
Tra i numerosi studi rivolti all’ incremento del rendimento dei pannelli vale la pena citare la “rectenna”.
Si tratta di pannelli con antenne nanometriche ideate dal Prof. Brian Willis che sfruttando il principio del raddrizzamento ottico riescono ad aumentarne l’efficienza sia nei momenti di maggior irraggiamento e calore, sia durante la notte captando anche altri raggi con lunghezze d’onda diverse, come gli infrarossi.
Fortunatamente le tecnologie in fase di sviluppo citate costituiscono solo una piccolissima parte degli studi e dei progetti attualmente in corso, ciò ci fa pensare che nell’arco di un decennio potrebbe compiersi una vera e propria rivoluzione energetica e culturale, ci fa sperare in una società più consapevole dell’imprescindibile legame tra sviluppo sostenibile ed utilizzo delle energie rinnovabili, materiali naturali e tecniche di produzione sempre più volte a ridurre al minimo l’impatto ambientale, un mondo più pulito, eco sostenibile, in cui l’energia sarà alla portata di tutti e i colossi dei combustibili saranno destinati ad assumere un ruolo marginale.