Ritratto di una contessina

Nel corso del 2014, il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto rimarrà chiuso a causa di lavori di manutenzione. La casa-museo fatta costruire proprio dal grande scultore Vincenzo Vela, è il luogo dove si possono ammirare i modelli originali in gesso delle sue sculture e oggi costituisce una delle più importanti gipsoteche europee.

All’interno del museo, inoltre, sono contenute opere del fratello Lorenzo Vela e tele del figlio Spartaco. Nonostante la chiusura forzata che durerà tutto l’anno, sarà possibile ammirare capolavori della villa che saranno esposti in differenti musei in occasione di alcune mostre.

In particolare al Kunstmuseum di Olten, nel corso dell’esposizione primaverile “Frühling, lass Dein blaues Band…!” che si svolge dal 30 marzo al 25 maggio 2014, saranno visibili alcune opere trasportate direttamente dal museo.

Esso costituisce una grande testimonianza del lavoro di Vincenzo Vela, poiché vi sono raccolti i progetti dello scultore sotto forma di calchi e bozzetti, che solo in seguito erano riprodotti in marmo. Uno dei modelli presenti nella villa è “Ritratto di Leopoldina d’Adda”, scultura commissionata dal marchese Carlo d’Adda, la cui riproduzione in marmo è attualmente parte di una collezione privata.

Vincenzo Vela, Ritratto della contessina Leopoldina d'Adda col cane, 1852-54
Vincenzo Vela, Ritratto della contessina Leopoldina d’Adda col cane, 1852-54

La bambina dell’età di soli cinque anni, è rappresentata mentre gioca con il suo cane, in un momento gioioso e spensierato. Seduta e con il braccio destro teso, rivolge lo sguardo al cagnolino nel tentativo di farlo alzare su due zampe, grazie alla promessa di un biscotto tenuto saldo nella mano. Non vi è nulla d’insolito nella scena scelta dallo scultore, eppure lo spettatore ne viene rapito ed è costretto ad indugiare sui dettagli minuziosamente realizzati.

Il vestito della fanciulla, segnato da una lunga fila di bottoni e ricco di ricami, lascia intendere la condizione agiata della protagonista; ulteriormente evidenziata dal manto con frange su cui il cane tenta di arrampicarsi per raggiungere il desiderato biscotto.

Questi dettagli sono descritti con un’abilità tale da sembrare reali, se non fosse per il bianco del marmo in cui sono realizzati che distoglie dall’illusione di star osservando la fanciulla in carne ed ossa. Le pieghe del candido vestito, il pelo ruvido del cane e il drappeggio del manto conferiscono dinamicità alla scultura e al tempo stesso ne accrescono il realismo.

Questo piccolo ritratto di Leopolda è lontano per contenuti da numerose opere a sfondo sociale di Vincenzo Vela, eppure ne descrive in pochi tratti l’immensa capacità di descrizione della realtà. Permette, infatti, di cogliere gli aspetti unici del periodo dell’infanzia: la spensieratezza, la gioia immotivata e l’illusione di un mondo tutto da scoprire. Tutto questo e molte altre emozioni si nascondono dietro il semplice gesto di una bambina, talmente fortunata da poter godere della sua tenera età giocando con il cagnolino.

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