Orwell – La fattoria degli Animali: la Lotta al Totalitarismo

George Orwell (1903 – 1950), celebre saggista ed autore britannico dalla chiara estrazione socialdemocratica, deve la sua fama alla lotta contro i totalitarismi e ai meccanismi di controllo del pensiero esercitati dai governi; baluardo della sua interminabile battaglia fu il romanzo satirico Animal Farm, malcelata accusa contro la dittatura comunista di Stalin in Unione Sovietica.

george orwell - Fattoria degli animali

L’opera venne pubblicata solo nel 1945, nonostante fosse stata ultimata l’anno precedente: molti editori si rifiutarono di pubblicare il romanzo proprio a causa del contenuto esplicitamente critico nei confronti dello stalinismo.

Il romanzo narra della ribellione da parte degli animali della Fattoria Padronale, decisi a mettere la parola fine alle angherie e allo sfruttamento subiti da parte dell’uomo.

Durante una rivolta riuscirono a mettere in fuga il signor Jones, proprietario alcolista della fattoria, per poi riorganizzarsi al fine di creare una società più equa, fondata sui principi marxisti secondo i quali il guadagno andasse ripartito secondo le necessità e le capacità di ognuno.

La Fattoria Padronale venne rinominata Fattoria degli Animali e vennero stilati sette comandamenti, al fine di garantire l’ordine e la giustizia:

  • Qualsiasi cosa cammini su due zampe è un nemico;
  • Qualsiasi cosa cammini su quattro zampe è un amico;
  • Nessun animale deve indossare vestiti;
  • Nessun animale deve dormire nei letti;
  • Nessun animale deve bere alcol;
  • Gli animali non si uccidono;
  • Tutti gli animali sono uguali.

Sfortunatamente l’idillio durò ben poco: i maiali, ideatori dell’insurrezione, acquisirono gradualmente tutte le tiranniche caratteristiche degli uomini.

Distinguendosi dalle altre bestie per la loro spiccata intelligenza, due di loro, Napoleon e Palla di Neve, tramarono nell’ombra per accentrare il potere nelle loro mani: Napoleon ebbe la meglio sul rivale che venne scacciato dai cani delle Milizie Speciali, che successivamente uccisero chiunque fosse in disaccordo con il loro nuovo leader.

Napoleon, il nuovo dittatore della fattoria, si distinse per la sua crudeltà, eliminando senza scrupoli chiunque si rivelasse inutile al fine di perseguire i propri scopi ed incolpando il fuggiasco Palla di Neve per ogni disgrazia. Eliminò il libero dibattito della domenica e, lentamente, modificò i sette comandamenti senza che gli altri animali se ne accorgessero.

Alla fine ne rimase uno soltanto: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri.
Gli altri animali, ben più ingenui e creduloni, vennero quindi convinti che, in realtà, i principi fondamentali non fossero mai cambiati.

Lo sfruttamento del lavoro all’interno della fattoria raggiunse rapidamente livelli estremi, al punto che gli umani fecero visita ai maiali, divenuti ormai obesi e di aspetto antropomorfo, per complimentarsi degli straordinari risultati ottenuti.

Il romanzo si conclude con la vivida immagine degli animali della fattoria che osservano maiali e uomini senza riuscire a distinguerli: ecco che gli insorti sono diventati come i loro aguzzini, cadendo nella trappola del potere.

Monica Pessognelli

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