La classe sociale dei “paubo”

Di “bobo” si sente ormai parlare da una ventina di anni. Contrazione di “bourgeois” – borghese – e “bohémien”, con questo termine si identifica chi trae ispirazione di vita da queste due appartenenze sociali, il cui profilo potrebbe essere quello di una persona ideologicamente vicina alla classe operaia ma che ha appunto origini e comportamenti borghesi. Persone che privilegiano uno stile di vita urbano e alla moda, che amano circondarsi allo stesso tempo di oggetti di design e tecnologici, ma sempre con un tocco che richiama alla natura, ai materiali riciclati, ai cibi biologici, alle cure alternative…

Seppur di idee aperte e progressiste, i bobo non perdono occasione per distinguersi, anche solo per un capo di abbigliamento sì in materiale organico, ma originale e costoso perché fatto a mano da un particolare artigiano, o che sì, amano una dieta fatta di alimenti sani e semplici, ma conditi con un ingrediente raro e insolito, generalmente costoso. Un fenomeno legato soprattutto alle città, in particolar modo alle grandi metropoli, Parigi in primo luogo, ma che da qualche tempo sembra essere soppiantato dal dilagare di un’altra “categoria sociale”: quella dei “paubo”. Molti i bobo che negli ultimi anni si stanno allontanando dalle grandi città per andare a vivere in campagna. I motivi?

due donne in bicicletta

Un costo della vita sempre più elevato, affitti proibitivi anche per alloggi piccolissimi, stress, ritmi serratissimi, sovraffollamento, rumore, mancanza di spazi verdi e tanto cemento. Il bobo si sta allontanando dai centri urbani per ritrovare un ambiente migliore, con più spazi verdi a disposizione, più vicino ai tempi e ai ritmi della natura, silenzioso, spazioso, vivibile insomma, con il desiderio di una qualità di vita migliore.
Chi rimane in città e cresce di numero sono i borghesi “pauvre” (di qui il neologismo “paubo”), che, seppur con un forte bagaglio culturale (giovani laureati, per lo più) solo apparentemente conducono una vita “cool”.

A differenza dei bobo, i paubo hanno infatti un bassissimo potere d’acquisto, non possono permettersi la vita del centro città, non scelgono di vivere nelle periferie più lontane o nei quartieri meno alla moda per scelta, ma proprio per necessità, perché, appunto, non ne hanno le possibilità economiche. Una classe intersociale in pratica, risultato dei nostri tempi, che si inframezza a quelle con cui tradizionalmente dividiamo la società in base a reddito, titolo di studio e stile di vita, che “mischia” un po’ le cose, le confonde, ma soprattutto evidenzia quel malessere urbano piuttosto rilevante che costringe a fare scelte obbligate e instaura fenomeni di esclusione, mettendo sempre più in luce il potere di élite che hanno il portafoglio sempre pieno.

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