Le intuizioni digitali di Murat Pak

Murat Pak – o come adesso è più noto semplicemente Pak – è un artista digitale di spicco dall’identità sconosciuta (un singolo oppure un collettivo di artisti e programmatori, questo non è dato saperlo), reso famoso da opere con token non fungibili (NFT) e per aver creato la piattaforma Archillect. Un lavoro, il suo, che è stato descritto come una sfida ai concetti di valore e proprietà, che certo ha contribuito non poco a definire il ruolo dell’arte NFT nel panorama dell’arte contemporanea e le nuove frontiere del mercato dell’arte.

Il suo stile, che si basa sulla tecnologia Blockchain, si esplica in immagini che utilizzano forme geometriche generate da algoritmi. In parte sviluppatore, in parte designer, in parte artista che per molti anni ha lavorato nel settore del motion design per la creazione di loghi, sigle e titolazioni, Murat Pak afferma di non progettare “cose”, bensì qualcosa che progetta qualcos’altro che possa fornire ispirazione. Ciò che salta più all’occhio in questo artista come di quelli che, come lui, sono tra i nomi più conosciuti a livello internazionale, è come la sua opera sia legata ai nuovi sistemi con cui essa può essere divulgata e al suo potenziale di creare valore economico. Senza dubbio aspetti che, se non nuovi, assumono una rilevanza diversa rispetto al modo tradizionale con il quale eravamo abituati a fruire l’arte fino a poco tempo fa.

Archillect by Pak

Archillect è un algoritmo ideato nel 2014 dal crypto artist Murat Pak che gestisce un archivio digitale oggi tra i più ricchi e interessanti. In pratica un curatore digitale che, utilizzando l’intelligenza artificiale, valuta, sceglie e pubblica autonomamente contenuti partendo dai gusti degli utenti, i quali vengono analizzati da una serie di bot che si basano sui like e sulle condivisioni sui principali social. Un progetto, quindi – come indica il nome che gli è stato dato – che riguarda “archiviazione” e “intelletto”, che si propone come “musa” digitale ispiratrice, visto che seleziona e propone contenuti appetibili agli utenti perché in grado di stabilire a chi questi potrebbero piacere.

Il suo funzionamento è questo: in base a un elenco di parole chiave, Archillect naviga tra pagine e post e raccoglie dati partendo da elementi che ritiene interessanti (immagini, interazioni ecc.). In questo modo ottiene sia informazioni, sia nuove parole chiave per continuare a “imparare”. Il suo scopo è far diramare i suoi contenuti con l’intento di raggiungere il maggior numero di potenziali follower, partendo dal concetto che “sa” cosa l’utente preferisce vedere. Il processo creativo di Murat Pak è stato quello di immaginare il modo più semplice e veloce di creare una collezione da cui gli utenti potessero attingere ispirazione.

NFT ARTE PAK

La risposta a una più veloce ed efficace ricerca e pubblicazione l’ha trovata nell’impiego di un’intelligenza artificiale che, guidata da quella umana, potesse farlo basandosi su ciò che più piace alle persone, ovvero non analizzasse tanto i contenuti delle immagini quanto studiasse il pubblico. Il risultato, dopo l’analisi delle interazioni degli utenti con l’opera, sono quindi contenuti che le persone apprezzano. Archillect dunque (ed è anche curioso sapere che Pak si rivolge al suo algoritmo come avesse una connotazione femminile), “capisce” i gusti del pubblico, in quanto si adatta, continua a imparare, si evolve, in pratica si gestisce da sola, discostandosi ormai da ciò che lo stesso suo creatore preferirebbe veder pubblicato, per lavorare invece su ciò che gli utenti desiderano vedere.

Certo, Archillect non è lasciata allo stato brado (diverse volte Pak ha dovuto ricondurla in “territori desiderati”), ma comunque ha un grande potere di evolvere autonomamente per diventare sempre più “esperta”.
Un’attenta curatrice del web che, visti i suoi numerosi follower, riscuote una grande popolarità, tanto che molti possono essere indotti a pensarla come un’utente in carne e ossa.

La collezione NFT The Merge

The Merge, opera d’arte digitale di Pak, è formata da più di duecentosessantamila NFT ed è la collezione digitale che attualmente si ritiene più famosa e più costosa di sempre.
Essenzialmente la sua grafica è un punto bianco su fondo nero, i cui colori e le dimensioni del punto possono cambiare a seconda della massa del token.

Partita da un valore iniziale di meno di seicento dollari per unità (circa trecento dollari per i collezionisti già in possesso di NFT di Pak), è stata venduta nel dicembre del 2021 sulla piattaforma Nifty Gataway per una cifra complessiva di ben novantuno virgola otto milioni di dollari grazie alla partecipazione di circa trentamila acquirenti, segnando un momento significativo per la storia della Blockchain. Un progetto di arte digitale che si distingue da qualunque altro non solo per il riscontro economico, ma anche perché contempla un meccanismo dinamico che rende ogni pezzo della collezione in evoluzione.

PAK THE MERGE

Le singole opere, infatti, se si trovano sullo stesso portafoglio digitale, si “fondono” (da qui il titolo “The Merge”, la “fusione”) e creano un nuovo NFT con una massa maggiore che fa diminuire il numero totale di NFT in circolazione, così che le opere acquisiscono maggiore valore per la loro rarità che si verifica con il passare del tempo. Potenzialmente tutti i pezzi potrebbero essere raccolti in un unico portafoglio digitale e assemblare l’esemplare unico originale, rendendola oggi l’opera più costosa di un artista vivente. Un’innovazione nel panorama dell’arte digitale, che appunto ha catturato l’attenzione e posto nuove sfide al mercato dell’arte, in continuo cambiamento ed evoluzione.

Il lancio di “The Merge” ha coinciso con un evento significativo per la piattaforma Ethereum e la storia della Blockchain, definito proprio “Ethereum Merge”, che ha portato a una maggiore sostenibilità ed efficienza energetica della rete. “The Merge”, quindi, ha guadagnato anche un valore simbolico rispetto all’importanza della sostenibilità anche nel settore tecnologico e al suo rapporto e progresso con l’arte.

Un altro aspetto interessante che questa collezione ha messo in evidenza è la questione legata al fatto se gli NFT vadano considerati investimenti a lungo termine o oggetti atti a una speculazione a breve termine. Dopo l’esorbitante valore economico acquisito alla sua uscita, infatti, “The Merge” ha poi subito una flessione notevole, cosa che fa riflettere anche su come il mercato della crypto art sia imprevedibile, in quanto influenzato da una molteplicità di fattori che possono determinare, anche in breve tempo, fluttuazioni significative.

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