Perelman – Il dominio retorico – Logica e retorica

Logica e retorica

Introduzione

Cos’è “logica e retorica”? Sono due nozioni complementari o contrapposte?
Diverse questioni più ampie si sono sviluppate su quest’argomento:

  1. la natura della filosofia. Nell’antica Grecia discussione fra Socrate e Platone VS sofisti. La logica, considerata come il mezzo per conseguire la conoscenza, dunque utile alla filosofia, si trovava contro la retorica, utilizzata dai sofisti come eristica.
  2. come può formarsi il consenso in un gruppo umano. Sia logica che retorica hanno a che fare con la differenza di opinione e col modo di superarle e raggiungere un accordo. Tuttavia agiscono in modo diverso.
  3. il rapporto fra cultura scientifica e altre sfere culturali. Negli anni ’60 nasce in Italia questa questione sulla contrapposizione fra due culture, quella scientifica e quella letteraria. Qui viene pubblicato il libro di Preti, Retorica e logica (1968). “La cultura letteraria è la cultura retorica, la cultura scientifica è la cultura logica.” (p 151) Cultura letteraria → retorica; cultura scientifica → logica.
  4. Diverse interpretazioni di questi due termini nei tempi.

    Definizioni standard:

    logica come teoria (teoria del ragionamento corretto) che sorge dalla pratica (pratica del ragionare correttamente); “corretto” e “valido” come nozioni chiave. La teoria serve per chiarire a cosa serve questa pratica e quali ragionamenti siano corretti e quali errati.

    Retorica come teoria e pratica (teoria e pratica del discorso persuasivo); ma anche come teoria e pratica dell’eloquenza. La pratica può essere modificata dalla teoria. C’è chi è abile di suo e chi deve “imparare” a fare discorsi persuasivi. Nasce in Grecia la “teoria del discorso persuasivo” e anche i maestri di retorica i quali, dietro compenso, insegnavano i “segreti” ed i trucchi del discorso persuasivo.

    Logica

    La pratica della logica è il “corretto ragionare”, un modo quasi di agire. Un ragionamento che serve per l’azione, un “utilizzo” della logica.

    La teoria della logica è basata più sul ragionamento, sulla logica come scienza.

    Retorica

    La teoria è la “dottrina del ragionamento persuasivo” che è uno studio; retorica come arte (la Retorica di Aristotele).

    La pratica è invece l’utilizzo della retorica. Può essere una capacità innata o acquisita o un misto di entrambe. Se innata, non c’è teoria, è solo pratica.

    Parole chiave

    Un ragionamento è corretto se a certe condizioni ci conduce a conclusioni vere. Ci serve perché ci interessa alla verità.

    Il passaggi da certe premesse a una conclusione è deduttivamente valido se preserva la verità (cioè se è impossibile che le premesse siano vere e la conclusione falsa). La logica serve a “conoscere” la “verità”.

    Retorica → persuasione, eloquenza, discorso

    Persuadere che X è Y. Persuadere significa indurre X a credere Y (a prescindere dalla veridicità dell’affermazione). Oppure persuadere X all’azione Z. Bisogna persuadere il destinatario; è eloquente se e solo se è persuasivo. La retorica ha a che fare con l’“opinione”.

    Avere una credenza su qualcosa è accettare questo qualcosa come vero, come SE fosse vero, a prescindere dall’effettiva verità della cosa accettata. E’ basata sull’opinione. Avere credenza è uno stato mentale di singoli individui. Può rimanere uno stato individuale, senza bisogno di condivisione. Tuttavia può essere pubblicamente espressa tramite un enunciato (vero o falso che sia).

    Avere una conoscenza è avere un tipo speciale di credenza; non solo è accettata come vera ma è anche tale. E’ una opinione basata sul vero. “Opinione dimostrata”. Può esserci connessione logica tra credenza e verità oppure può essere fortuita. Una credenza non è sempre una conoscenza.

    Non tutte le credenze vere sono conoscenze. La conoscenza deve avere un fondamento o dimostrativo o dato dall’esperienza, mentre una credenza può essere vera accidentalmente. La conoscenza è composta da credenza + verità + fondamento di verità.

    Il ragionamento è un processo consapevole, temporalmente circoscritto, in cui un singolo individuo muta opinioni e se ne formano di nuove (cambia idea). Un ragionamento si svolge in un singolo individuo.

    Un argomento è una concatenazione di atti linguisti mirante a giustificare (a far accettare) un enunciato. Ha un fine, deve giustificare all’interlocutore una conclusione. E’ rivolto da un parlante ad uno o più interlocutori. Un argomento suscita un ragionamento (di solito).

    Credenza nell’interlocutore → argomento del parlante → ragionamento dell’interlocutore → nuova credenza (o conoscenza).

    Deve dare qualcosa di nuovo all’interlocutore ovviamente, deve aggiungere informazioni. Deve persuadere, questo è il fine.

    Un discorso è una concatenazione di argomenti mirante a modificare gli atteggiamenti di uno o più interlocutori. Il caso limite è quello in cui ci sia un solo elemento. Anche qui va dal parlante all’interlocutore.

    Fra logica e retorica (intese come pratica) esistono nessi: entrambe servono per stabilire o modificare credenze; entrambe ci conducono ad accettare qualcosa come vero; entrambe sono pratiche di argomentazione. La pratica dell’argomentare riunisce le due cose e serve per la risoluzione non violenta di conflitti tramite la comunicazione. Inoltre è l’elaborazione di un patrimonio comune di conoscenze, che vanno dalla mente del singolo a qualcun altro. Dunque si trasmettono informazione e conoscenza. Entrambe dipendono dal dare e da accettare argomenti.

    Il problema è: che cos’è un buon argomento? Che ruolo svolge la verità in tutto ciò? Che ruolo svolge la persuasione?

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