Due schemi brevi, per punti, di due saggi di Gadamer “Testo e interpretazione” e “Il testo eminente e la sua verità” contenuti in Verità e metodo 2. I due schemi sono stati pensati come aiuto alla memorizzazione del testo.
- Ermeneutica tratta del rapporto tra gli uomini e il mondo
- Comprendere: avere sensibilità per qualcosa.
- Pretesa di universalità dell’ermeneutica
- Circolo ermeneutico
- Ermeneutica -> Dialettica -> Dialogo
- Illimitatezza dell’esperienza di senso
- Cfr. con Derrida: il francese critica Heid. dicendo che non infrange il logocentrismo
- Nietzsche: dissolvimento e deformazione della metafisica. L’essere al servizio della volontà di potenza
- “l’essere che può venir compreso è il linguaggio”
- limiti dell’essere-per-il-testo rispetto all’essere-per-la-morte
- L’altro aiuta a superare i pregiudizi
- La questione della linguisticità sorge dalla critica del logos (Hegel, Heidegger, socrate, Nietzsche). Linguisticità è ponte o limite
- Il testo. Oltre la semplice teoria dell’interpretazione
- La scienza ha fatto abbandonare la lingua.
- Lingua: medium dell’accesso al mondo (299)
- Con la critica al soggetto e all’autocoscienza aumenta l’importanza della ricerca sulla lingua
- Testo e interpretazione: “che sia l’interpretazione un conferire senso e non un trovare il senso?”
- Testo resta punto di riferimento.
- Storia del termine “testo”: testo della Sacra Scrittura e della musica
- Testo va inteso come un concetto ermeneutico
- Linguista (funzione della lingua in quanto tale) / ermeneuta (comprensione di quanto viene detto)
- Grado 0 (appunti, comunicazione scientifica) del testo. sempre che non ci sia un disturbo della comprensione.
- Scritto/parlato: scrivere è di più che fissare ciò che viene detto
- Es. della legge (che necessita interpretazione) ci svela la natura del testo: ogni redazione di un testo è preliminarmente riferita all’interpretazione.
- anti-testi, pseudo-testi e pre-testi
- inter-pres : inter-locutore . Negoziatore. Questo interloquire ha esso stesso la struttura del dialogo. Scompare. “fusione di orizzonti”
- Letteratura: Th. “essi esistono solo nel tornare ad essi” (sonorità). Non rimandano ma prescrivono (funzione normativa)
- Autopresentazione della parola. Il primato è del contenuto ed il riferimento alla realtà è sospeso.
- Linguaggio filosofico/letteratura. Unità degli opposti/ unità di senso.
- Testo letterario è in costante colloquio con l’interprete
- p. 317 Chiarificazione sulla presenza e sull’autopresentazione della parola: non è l’attualità di ciò che è semplicemente
presente ma il continuo richiamarsi del linguaggio e dello scritto. Il discorso poetico non è presente senza essere compreso - Sospendere il riferimento alla realtà
- Dilthey introduce il concetto di struttura e mostra che la comprensione di strutture ha un andamento circolare
- Comprendere è ricostruire in sè la forma. Costruire quello che non è costruito.
- “scompare l’interprete e rimane il testo”
- Liberazione da referenza e verità
- Bello: si giustifica attraverso il suo proprio essere
- Esiodo: so dire molto di vero e molto di falso
- Testo come intreccio di fili
- Il testo trasparente
- Il testo è scritto per il lettore
- Letteratura vuol dire bella letteratura
- La sua pretesa di validità oltrepassa ogni occasione e destinazione, in questo senso è dunque “eminente
- Non è eminente tramite per il suo significato
- Th. l’esposizione è essenzialmente legata al testo poetico poichè esso non è mai esauribile tramite la sua trasformazione in concetto
- Nel testo poetico si penetra sempre di più. Vuole essere letto di nuovo
- Tes(su)to
- E’ elevato perchè “si staglia oltre la moltitudine dei discorsi”
- La fine di un’opera letteraria
- Il tempo della comprensione è quello della lettura
- Peculiarità delle arti riproduttive: portano alla rappresentazione ciò che prescritto loro dai testi
- “la piena corrispondenza di testo e suono fa di un testo un testo eminente”
- Si ritorna alla verità della poesia: enigmatica frase di p. 343. 1 – riconoscere i limiti. 2 – non importa la distanza dall’opinione 3
- non differenziazione 4 – ritrarsi del linguaggio (la negazione)
- “non v’è cosa là dove irrompe la parola”