Gli studenti protestano sempre

Articolo di un paio di anni fa. Ci aggiungo questo video del sempre acuto e profondo Gasparri:

Non c’è anno accademico senza protesta studentesca. Gli studenti manifestano ogni anno, spesso in ottobre – novembre, appena ricominciano le lezioni.
Secondo una vulgata diffusa gli studenti protestano perchè non hanno voglia di studiare e vogliono tenere chiuse le scuole, in particolare, i licei. E’ una cazzata, gran parte degli studenti ha voglia di studiare e di andare a scuola (cosa del tutto differente) e chi non ha voglia, se la cava alla grande senza bisogno di occupazioni, autogestioni e manifestazioni varie.
I partiti di centrodestra utilizzano spesso un argomento aggiuntivo per spiegare l’annuale ricorrenza delle proteste studentesche. Sostengono che i licei siano comandati da cricche di estrema sinistra che non perdono occasione per creare disagi ed interrompere le lezioni. E’ vero.
Nella maggioranza dei licei esistono gruppi, più o meno organizzati, che tendenzialmente si definiscono di sinistra, che guidano gran parte degli studenti verso occupazioni e manifestazioni. Sono spesso dei piccoli “capipopolo”, indossano la kefia, si fanno le canne e quando vanno nei centri sociali si portano appresso il cane. Detto questo, i capipopolo sono la minoranza, e gli studenti che anche in questi giorni affollano le strade delle città, sono tanti.
Declassare tutte le proteste degli studenti a fancazzismo e strumentalizzazione è facile, cieco e presuntuoso.
Se si vuole provare a capire il disagio studentesco bisogna, credo, prendere un po’ più sul serio i ragazzi. Le chiavi di accesso al problema sono, secondo me, due:
1) Gli studenti protestano sempre.
2) Gli studenti, tranne rare eccezioni, non conoscono le riforme per le quali protestano. Non conoscevano la riforma Moratti così il ddl Gelmini.
Questi due dati fanno capire come la protesta sia una protesta radicale, sostanzialmente indifferente rispetto i provvedimenti del governo di turno. Gli studenti capipopolo hanno facilmente buon gioco nell’incanalare una protesta radicale ed “esistenziale” contro alcuni provvedimenti tecnici determinati. A volte i capipopolo hanno ragione, a volte no. Ma questo, a me, non interessa.
Nelle proteste studentesche si manifesta il disagio di una generazione che non sa contro cosa protestare, che non mette a fuoco il bersaglio polemico, che non ha le parole per dire il proprio disagio, il proprio sdegno e le proprie sacrosante incazzature.
Gli studenti urlano contro provvedimenti che non conoscono e che non gli interessano semplicemente perchè non trovano le giuste idee, le parole adeguate e le azioni conseguenti, per esprimere il loro disagio. Questo paese non gli piace, questa scuola non gli piace e credono che questa vita potrebbe essere migliore senza quel branco di politici corrotti che ci governano.

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