Stefano Rossi, in arte Stefano Rosso, nasce a Roma il 7 dicembre del 1948.
Divertente, ironico ed acuto cantautore romano costruisce il suo stile nei night e nelle osterie della capitale.
E’ solito, nei suoi brani, accompagnarsi con la chitarra che suona con ottima tecnica (è amante del finger picking). I testi spensierati e molto belli raccontano spesso storie di vita quotidiana con franchezza ed originalità.
Discografia
1977 Una storia disonestà
1978 …e allora senti cosa fo…
1979 Bioradiofotografie
1980 Io e il signor rosso
1981 Vado prendo l’America e torno
1982 Donne
1983 La chitarra fingerpicking di Stefano Rosso
1985 Stefano Rosso
1989 Femminando
CD
1998 Una storia disonesta
1997 Miracolo italiano
2001 Il meglio
2003 Fingerstyle Guitar
2003 Live at the Folk Studio
2003 Live at the station
2004 Banjoman
2006 Lullaby of birdland
2007 Mortacci
2008 Piccolo mondo antico
45 GIRI
1969 Io e il vagabondo/La bambina di piazza Cairoli
1976 Letto 26/…ci siamo ancora noi
1977 Una storia disonesta/Anche se fosse peggio
1978 …e allora senti cosa fò/Odio chi
1979 …ma niente più/Ragazza sola
1980 Litaliano/Quarant’anni dopo
1981 Scimmia (Collage)/Amerika
1982 Come te/La casa di Silvia
1985 Bella è l’Età/Remember i Love You
1987 Com’è difficile…/Gira il mondo
TESTI
Album: …E allora senti cosa fò
Colpo di stato /Libertà… e scusate se è poco / … E allora senti cosa fò / Reichiana / E intanto il sole si nasconde / Odio chi / L’osteria del tempo perso / C’era una volta (e ancora c’è) / Bologna ’77 / Domani è un altro giorno / Letto 26 (Seconda parte)
Colpo di stato
E tra gente che gesticola con le armi
e tra i nuovi santi illuminati al neon
sta nascendo un nuovo tipo di ideale
quello yankee tipo “fatelo da voi”.
E tra scioperi d’autonoma estrazione
lo studente che si interroga da sè
sta covando forse la rivoluzione
mentre la signora bene prende il the.
Colpo di stato
ma che colpo se lo stato qui non c’è
colpo di stato
e qui intanto farà il colpo del caffè.
L’altra sera ha detto la televisione
si rafforzerà la polizia perchè
ha confuso infine il capo protezione
beh, non vorrei che poi colpissero anche me
Mentre tu che spingi poi di aver paura
l’ignoranza è nelle cose che non sai
e cerca insomma tu di farti una cultura
dieci e un libri rilegati e letti mai.
Colpo di stato
ma che colpo se lo stato qui non c’è
colpo di stato
metti la benzina e il colpo prende a te.
E c’è chi fa l’estremista per prudenza
chi comanda rappresaglie e lui non c’è
chi riempie di farina la credenza
chi fa guerra blaterando nei caffè.
Poi c’è chi cercando la rivoluzione
ha trovato infine le comodità
chi confonde il pranzo con la colazione
chi confonde la salute con l’età.
E da migliaia d’anni non cambia la storia
Giulio Cesare, Cavour testa pelata
e il copione ormai lo san tutti a memoria
e è la solita, non cambia la menata.
Colpo di stato
ma che colpo se lo stato qui non c’è
colpo di stato
vai allo stadio? Aspetta, vengo insieme a te
…E allora senti cosa fò
Cielo grigio cielo blu ma intanto tu dove sei tu?
[e se va avanti cosi’ io m’ammazzo giovedi’
Tutto il giorno sto cosi’ pensando a quando tornerai
la speranza e’ sempre li’ e tu chissa’ dove sarai
E mentre un uomo prega tu invece chissa’ dove stai
ma a te che te ne frega di tutto il male che mi fai
E allora senti cosa fo’ soddisfazione non ti do’
Divento qualunquista anarchico o radicale
e quand’e’ carnevale il travestito fo’
Si vabbe’ dicevi tu l’indipendenza ma ce l’hai
non ricordo quasi piu’ da due mesi dove stai?
Compro il pane e torno su e io qui davanti alla TV
compro il pane e torno su ma non sei tornata piu’
E mentre un uomo prega tu intanto dimmi con chi stai
ma a te che te ne frega di tutto il male che mi fai
E allora senti cosa fo’ soddisfazione non ti do’
divento femminista mi vesto trasandato
e quando al mare vado a culo nudo sto
Cielo grigio cielo blu ma intanto tu dove sei tu?
e se va avanti cosi’ io m’ammazzo lunedi’
porca zozza ma lo sai qui il vicinato cosa fa’?
quando passo ride e fa’: c’ha le corna quello la’
E tu … tu brutta strega a quanti uomini ti dai?
Tua madre invece nega non pensa al male che mi fai
E allora senti cosa fo’ soddisfazione non ti do’
Divento liberale non pago piu’ le tasse
e giuro mi cascasse se dopo non lo fo’
Non siamo piu’ bambini e quello che ci frega
E mentre c’e’ chi prega c’e’ chi fuma al bar
Si va be’ … mo che faccio?
Sposate sposete che quella
te fa’ da magna’ te lava li panni
quella ‘n se lava manco li piedi lei …
Quasi quasi chiamo Daniela!…
Va be’ pure quest’artra … bona quella!!!…
“E’ mia e me la gestisco da me!”
Meno male che c’e’la sessoautonomia
che e’ come i Blue Jeans …non passa mai de moda
Odio chi
Odio chi va al mare la domenica, io neanche il lunedi
odio chi va a spasso con la moto mentre io rimango qui
odio chi ha il proiettore in casa per veder film svedesi
odio chi si compra un’automobile una volta ogni sei mesi.
Odio chi compra i calzoni come i miei ma a molto meno
odio chi quand’è che parto sta a fregarmi il posto in treno
odio chi ha una bella moglie che gli smania delle voglie
e siccome l’ha il mio amico, cosa faccio e che le dico?
Odio chi prende a calci i cani e a casa ha il pesciolino in vasca
odio chi si sposa e da una mano al cuore e l’altra sulla tasca
odio chi continua a raccontarmi che si è fatto la casetta
ma così…”mangiare poco e stare attento ad ogni sigaretta”.
Odio chi va a messa la domenica e poi picchia i figli
chi in finestra sta a sparlare mentre sta innaffiando i gigli
odio chi mi dice quando che mi incontra per le scale
“non ti vedo tanto bene, ma che c’hai, ti senti male?”.
Odio chi sta sempre a raccontarmi tutti i film prima visione
odio chi fa sciopero perchè l’ha detto la televisione
odio chi è un tipo serio solo quando sta telefonando
odio chi mentre sganascia un pollo “poverino il terzo mondo”.
Odio chi fischia a un concerto, chi impazzisce per la moda
odio chi ha il passato incerto e chi ha il gatto senza coda
odio chi ha un miliardo in banca o un futuro senza rischi
chi è tranquillo sulla panca e chi non compra i miei dischi
Bologna ‘77
L’inverno passava qualcuno di lì
Il nastro girava, suonava “Lilly”,
Girava il pallone, lo stadio impazzì
La voce tremava, l’inverno finì.
E poi primavera, e qualcosa cambiò
Qualcuno moriva, e su un ponte lasciò
Lasciò i suoi vent’anni e qualcosa di più
E dentro i miei panni, la rabbia che tu
Da sempre mi dai, parlando per me
Scavando nei pensieri miei,
Guardandomi poi dall’alto all’ingiù
E forse io valgo di più.
L’estate moriva, Bologna, tremò,
La dalia fioriva e la gente pensò
Dei tanti domani vestiti di jeans
Chiamandoli “strani”, ma non fu così
E quando m’incontri, se pensi di me
Tu sappi che il sole che splende per te
E il grano che nasce, e l’acqua che va
E’ un dono di tutti, padroni non ha
E il grano che nasce, e l’acqua che va
E’ un dono di tutti, padroni non ha.
Letto 26 (Seconda parte)
Via della Scala stava là ed io dal letto 26
sognavo la mia libertà
cercando fra i ricordi mie
i se adesso vado per il mondo mi guardi tanto strano tu
ma sono sempre un vagabondo che ha in tasca cento lire in più
. La vecchia fuori dal portone
non la cercare più, non c’è e i fiori fuori al mio balcone
sono appassiti e sai perchè
la vita, sai, non è una foto ma è l’attimo che se ne va
e insieme porta via i colori e porta via la verità.
E la cultura è un ideale
e il sogno è quasi già realtà
ma il pane è sempre senza sale
e non è poi felicità
se quando torni a casa stanco ti butti a letto e chi c’è, lei
c’è lei che aspetta già da tanto e non sa ancora tu chi sei.
Si parla tanto di violenza
di compromessi e libertà
di consumismo e di coscienza
proletariato e parità
ma sul 28 ogni mattina
si assale dietro e poi si va
e ognuno cerca di far prima e resta in piedi chi ci sta.
Ho conosciuto tanti matti
cattivi onesti e senza età
cantanti, preti, lavapiatti
e quanti amici, chi lo sa
ma il piu’ simpatico e il più bello
l’ho visto al cesso a un piano-bar
dentro a uno specchio, e io con quello
tutta la notte giù a parlar.
Via della Scala è sempre la
e adesso al letto 26
qualcuno sta inventando un sogno
o sta crepando, chi lo sa
Ciao celeste, grazie di esser passata 🙂
Sì, anche io sento ed ho sentito tanto Stefano Rosso. Un vecchio vinile l’ho praticamente consumato. Questo: https://www.youtube.com/watch?v=aQXjMx2aD5o
sono ormai tanti mesi che ascolto solo canzoni di Stefano Rosso.
Eppure so che ci sono cantautori molto più bravi di lui: da De Andrè a Guccini, da Bennato a Vecchioni; Beethoveen e Jimi Endix, eppure…..sarà il mix di voce, musica e testo, sarà la semplicità da cantante di strada, del quartiere, con parole semplici e visionarie che però toccano il midollo del vivere, non parole dotte ma che leggono bene la realtà politica e sociale……
Non oso chiamare le sue canzoni poesia, però ha una forza creativa endogena, che viene dal suo intimo, e non dall’esterno, quindi inaspettata….
celeste