Platone digitale di Bernard Stiegler

Il libro “Platone digitale. Per una filosofia della rete” (Mimesis, 2015) di Bernard Stiegler è un libro a prima vista piccolo, di sole 120 pagine. Superata l’introduzione però ci si rende subito conto della sua consistenza in termini teorici e di linguaggio. Non semplice, va detto subito. Forse più facile per chi ha studiato filosofia ed è in grado di seguire un ragionamento complesso con un lessico che sembra nascere ad hoc per esprimere dei concetti che riguardano, prima di tutto, la nostra complessità.

Come spiegare la tecnica? Che c’entra Platone con il digitale? Come incide la tecnica sulla nostra evoluzione? Il lavoro di Stiegler affronta questi temi, proponendo un’originale tesi che ci costringe a riflettere sia sul nostro presente che sul nostro futuro.

Paolo Vignola e Francesco Vitale, che hanno curato il testo, ci aiutano a chiarire alcuni dubbi che possono sorgere durante la lettura. Uno dei concetti più interessanti ripreso dal filosofo francese è quello introdotto da Platone e ripreso da Derrida sul Pharmakon, rimedio e al tempo stesso veleno. Per Platone la scrittura ha questa doppia natura e così anche per Stiegler i nostri supporti tecnici più moderni hanno la medesima caratteristica. Il rapporto dell’uomo con la memoria è l’elemento base del processo di ominizzazione, da cui è impossibile prescindere e che bisogna comprendere a fondo.

Per Stiegler la tecnica è materia organica organizzata ed ha sempre fatto parte dell’esistenza dell’uomo. La tecnica quindi non è qualcosa di assolutamente diverso dall’uomo, o qualcosa che l’uomo subisce, ma è un’elemento che nasce con l’uomo. Questo non elude però il problema di come la tecnica in ogni sua forma deve essere utilizzata. La tecnica ha quindi una natura ambivalente.

In questo rapporto che l’uomo ha con essa gli elementi della memoria e del tempo, cardini d’altronde della nostra esistenza, si fanno presenti ed esteriori. Con la tecnologia digitale questo processo diventa l’asse di una società fortemente industrializzata e sottoposta a regole capitalistiche fortissime che condizionano in modo incisivo la nostra esistenza. Tutto questo può comportare perfino un cambiamento neurologico e biologico nell’uomo e nel suo modo di “organizzare” la memoria? Il libro propone questa ricerca e da delle riposte anche grazie al confronto necessario con alcuni pensatori che hanno riflettuto su questi concetti e che vanno riletti di fronte alla contemporaneità.

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