Idee per realizzare eventi e spettacoli culturali a distanza

Il settore dei beni e delle attività culturali è stato interessato fortemente dalle misure che si sono dovute adottare a seguito dell’emergenza Covid-19.

Da marzo 2020 abbiamo infatti visto, su tutto il territorio nazionale, la chiusura al pubblico dei luoghi della cultura e per lo svolgimento di spettacoli, con una breve riapertura, a determinate condizioni, solo di alcuni luoghi nel mese di maggio, quindi, dopo una parentesi estiva, favorita anche dalla possibilità di organizzare eventi all’aperto e durante la quale sale cinematografiche, teatrali e da concerto sono state riaperte, di nuovo le limitazioni iniziali.

Grandi cambiamenti e difficoltà, quindi, per tutti gli operatori del settore, ai quali il Governo sta cercando, almeno in parte, di rispondere.
Ad oggi sono sospesi gli spettacoli in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto; sono inoltre vietate sagre e fiere, sospesi convegni e congressi in presenza, così come mostre e l’apertura al pubblico di musei e di altri istituti e luoghi della cultura.

Ciò ha dato modo di aprire molte riflessioni e ha innescato la necessità di trovare modalità alternative di fare cultura e di far sì che se ne possa fruire in tutta sicurezza.
Le soluzioni che, in tempo di pandemia, hanno avuto più successo, sono state quelle che si sono avvalse dell’utilizzo delle tecnologie per organizzare eventi a distanza, o da parte di soggetti già preparati su questo fronte, o da parte di chi ha messo in campo nuove abilità.

eventi culturali a distanza

Senza dubbio una grande opportunità, quella offerta dai nuovi mezzi di comunicazione, anche se, almeno per certe realtà, il confronto con una fruizione in presenza non è neanche paragonabile.
C’è però da dire che, se in molti casi gli eventi online non possono che in minima parte soddisfare sia gli operatori del settore sia il pubblico, vi sono stati anche risvolti che hanno fatto scoprire potenzialità del digitale piuttosto interessanti che, se ben sfruttate, possono dare risultati e aprire nuove prospettive.

Pur dovendo affrontare grandissime difficoltà, soprattutto economiche, molti di coloro che lavorano nel teatro, nella musica, nella danza, ma anche operatori museali e chi lavora nelle biblioteche, hanno messo in campo nuove modalità di lavoro e di fruizione che, almeno sotto certi punti di vista, riescono a sopperire la mancanza di un contatto in presenza. Si pensi a questo proposito anche agli insegnanti di musica, danza, teatro, che hanno spostato le loro attività online, con risultati soddisfacenti.

Una questione che questo periodo di difficoltà ha fatto emergere, portandola allo scoperto, è stata la grande difficoltà, antecedente l’emergenza sanitaria, di “fare cultura” in Italia, sia per il poco impegno da parte delle istituzioni, sia per la poca partecipazione del pubblico. Un discorso ampio e complesso, che però ha anche fatto comprendere quanto la cultura sia importante, di quanto di cultura si abbia bisogno e quanto sia necessario ripensare il settore e valorizzarlo per il futuro.

In un certo senso, in questo momento, con un’apertura al mondo digitale, la prospettiva si è spostata: non è più il pubblico a doversi recare in un luogo per fruire di un evento o di uno spettacolo, ma è la cultura che si “sposta” e raggiunge le persone.

Mostre, conferenze, visite a musei sono stati per esempio digitalizzati, così come sono stati organizzati spettacoli teatrali, di danza o concerti in tempo reale ma sempre a distanza, di cui il pubblico può usufruire gratuitamente o pagando un biglietto piuttosto economico, ma comodamente seduto sul divano di casa propria.

Una modalità che ha i suoi limiti, come detto, ma che, per esempio, apre anche alla fruizione da parte di nuove fette di utenza. Si pensi per esempio a grandi nomi della musica come Ruichi Sakamoto, Sting, Bono, che hanno offerto i loro concerti a chi doveva stare in casa per il lockdown, raggiungendo persone che probabilmente non sarebbero mai potute andare a vedere dal vivo i loro concerti, oppure compagnie teatrali che, sfruttando il potenziale digitale, hanno raggiunto un pubblico più vario, comprese fasce di giovani e meno abbienti.

Grande l’utilizzo in questo periodo di strumenti che permettono la condivisione di materiali e di eventi.
Anche se è ovvio che i canali digitali non potranno mai sostituire un’esperienza culturale dal vivo, è interessante notare come le potenzialità digitali che hanno caratterizzato questo periodo abbiano dato modo di aprirsi a nuove possibilità e di modificare alcuni aspetti del lavoro di chi fa cultura e, nel contempo, al pubblico di avvicinarsi a realtà ancora inesplorate o che aveva difficoltà a raggiungere.

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