Narrativa per l’infanzia: superare le differenze di genere

La lettura è uno strumento potente, si sa. E proprio per il potere che ha, dovrebbe essere prestata particolare attenzione ai libri che si propongono ai bambini. I racconti, le fiabe, le favole, sono sempre stati un mezzo importante per trasmettere messaggi e nel corso delle diverse epoche li si è utilizzati spesso per trasmettere valori specifici e dare indicazioni comportamentali, anche moralistici.
Pensiamo per esempio a quanto omogenea fosse la narrativa dedicata ai bambini fino a neanche un secolo fa, con personaggi maschili protagonisti di grandi ed edificanti avventure e figure femminili relegate in secondo piano, in genere passive e deboli, se non con un ruolo di vittime.

Certo, ci sono state eccezioni (un esempio può essere rappresentato da “Piccole donne”, dove la Alcott, pur presentando figure femminili comunque stereotipate, le ha rese protagoniste e ha dato loro una spiccata personalità, per un certo senso alternativa rispetto a quella della sua epoca), in ogni caso è piuttosto recente un “cambiamento di rotta” in cui si è cercato e si sta cercando di slegarsi da quei ruoli e da quei rapporti tra i generi tipici della letteratura tradizionale per l’infanzia.
Oggi sono molti i testi che tentano di aiutare fin da piccoli a individuare gli stereotipi della nostra cultura e società che impongono di conformarsi a modelli ben precisi, così da rendere le nuove generazioni più libere di poter costruire la propria personale identità e di rispettare l’unicità degli altri.

Gli stereotipi di genere iniziano a radicarsi nei primi anni di vita ed è importante capire come è facile cadere in pregiudizi che penalizzano i bambini nel gioco e nel comportamento e che, anziché incoraggiarli a esprimersi liberamente per diventare adulti felici di essere se stessi, condizionano la formazione del loro pensiero. Discriminazione, disuguaglianza, disagio… Pregiudizi sui ruoli di genere maschile e femminile, e anche stereotipi che riguardano la famiglia. Proporre ai bambini strumenti come libri sulla parità di genere e contro gli stereotipi di genere può aiutarli a essere liberi di immaginare altri scenari, di esprimere i propri sentimenti, per superare, appunto, le differenze di genere e crescere liberi e con la consapevolezza di quanto sia importante la difesa della propria individualità e il rispetto degli altri.

Un esempio di uscita editoriale per lettori dagli otto anni in su che ha avuto molto successo negli ultimi anni è stata “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, proposta da Francesca Cavallo ed Elena Favilli, uscito in due volumi. Favole moderne in cui vengono raccontate donne vere e coraggiose che non si sono fatte condizionare dai pregiudizi e dalle aspettative che aveva per loro la società. Un tema che ritengo assai importante, alla base di tutto, riguarda il rispetto della diversità che ci rende unici e speciali. Per questo, libri come “Io sono io”, di Hye Seon, edito da Pane e Sale, può essere una buona proposta già a partire dai primi anni di età, così come “Pezzettino” di Leo Lionni, piccolo “pezzo” in cerca della sua identità, che alla fine scoprirà di essere nient’altro che se stesso, non un pezzo di qualcun altro.

bambina che legge

Per toccare l’argomento sull’importanza dell’autonomia e della difesa della propria individualità, “Una principessa indipendente” di Babette Cole – prolifica scrittrice e illustratrice inglese che ha scritto molti libri divertenti e fuori dagli schemi – è un’ottima lettura a partire dai cinque anni. Qui la principessa Strafurbetta non ha intenzione di fare ciò che ci si aspetta da lei, cioè sposarsi. Sta bene così come sta e non è disposta a rinunciare alla sua indipendenza, anche se ha tanti pretendenti.
Sempre per rompere gli schemi, “Ettore. L’uomo straordinariamente forte”, edito da Settenove. Ettore è un uomo fortissimo che si esibisce al circo, ma ha un segreto: ama fare l’uncinetto e lavorare a maglia, ma ha il timore di farlo sapere. Quando qualcuno tenterà di metterlo in ridicolo per le sue passioni, ciò che emergerà saranno invece tutti i suoi talenti e la sua bellezza di carattere.

Ne “Il principe azzurro. La principessa fuxia”, edito da Carthusia, Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlata propongono un doppio libro di un principe e di una di principessa che non si comportano esattamente come vorrebbero gli stereotipi. Un silent book con tanti indizi da scoprire, adatto a partire dai tre anni. “Le donne e gli uomini”, di Equipo Plantel, con illustrazioni di Luci Gutiérrez, non è un libro nuovo. Uscito nel 1978 a Barcellona per la Gaya Ciencia, oggi è stato riproposto in Italia da BeccoGiallo nella collana “Critical Kids”. Un libro “coraggioso”, per i piccoli lettori a partire da circa sette anni, che fa ancora riflettere su quanto l’educazione formi il modo in cui pensiamo ai diversi generi e sia il mezzo utile per arrivare a uguali diritti per uomini e donne.

“Nei panni di Zaff” di Manuela Salvi, con illustrazioni di Francesca Cavallaro, edito da Fatatrac, è un libro che viene consigliato a partire dai tre-quattro anni, ma in realtà è una buona lettura per tutti e un ottimo strumento per genitori che desiderano far crescere i loro figli con il pensiero che la diversità sia un valore, non qualcosa di negativo da nascondere o giudicare. Zaff vuole diventare una principessa, ma ciò è fonte di prese in giro da parte di coetanei e adulti, che lo spingono verso ruoli più tradizionali. Viene deriso, considerato “strano”, “diverso”, “anormale”, finché sarà una “principessa sul pisello” stanca di fare la principessa e che vuole seguire la carriera da portiere a chiarirgli le idee. Capita spesso che i bambini desiderino vestirsi da bambina, giocare con le bambole, sognare di essere una principessa o di diventare una ballerina, così come una bambina potrebbe desiderare vestirsi da maschio e sognare di ricoprire ruoli che convenzionalmente vengono destinati ai maschietti. Bambini e bambine che molto spesso vengono discriminati a causa dei pregiudizi e dei ruoli precostituiti che diamo loro, che invece andrebbero incoraggiati e sostenuti da parte degli adulti nella libera esplorazione della propria identità sessuale e nel massimo rispetto dell’identità altrui, con serenità, senza ansia e, soprattutto, senza emarginazione.

Voglio accennare a un aspetto, nei libri per l’infanzia, che ritengo molto importante, ovvero testi che propongono situazioni e protagonisti molto più attuali rispetto a quelli proposti dalle favole tradizionali e dalla maggior parte dei libri dedicati a bambini e ragazzi scritti finora, dove non esistono solo coppie formate da persone dello stesso sesso. La famiglia, infatti, viene ancora tradizionalmente rappresentata da padre e madre eterossessuali, quando ormai non è unicamente così. “Stella, babbo e papà”, di Miriam B. Schiffer, illustrato da Holly Clifton-Brown, edito da Gallucci e tradotto dalla brava Elena Battista – prima o poi parlerò anche dei traduttori di libri per bambini: anche loro hanno un ruolo importante per un libro – ne è un esempio, da proporre ai bambini per far capire loro come le famiglie possano essere di tanti tipi, senza discostarsi dal significato più profondo di famiglia anche nel caso di coppie omogenitoriali.

Un altro testo degno di attenzione è “Stellina dorata”, scritto da Lidia Borghi e illustrato da Roberta Antinori, edito da Le Mezzelane Casa Editrice per la collana “Molliche”. Una storia dedicata ai piccoli lettori a partire dai sette anni, tra i cui personaggi ci sono anche coppie di innamorati formate da persone dello stesso sesso, che racconta come la realtà ha molteplici forme e che affronta il tema dell’autenticità, della vergogna e della mancanza di speranza che derivano dall’impossibilità di essere se stessi. Altro libro da consigliare ai bambini dai sette anni in su, “Buffalo Bella”, del francese Olivier Douzou, edito da Settenove, tradotto da un nome conosciuto nella letteratura dell’infanzia italiana: Giusi Quarenghi, che racconta, in rima, la transessualità infantile e la difficoltà (confusione, solitudine, esitazione…) che si manifesta quando la protagonista, che fino a quel momento ha vissuto con leggerezza la ricerca della propria identità, entra nella pubertà.

“Mio fratello si chiama Jessica”, adatto ai ragazzini più grandi (dai dieci anni), scritto da John Boyne, autore de “Il bambino con il pigiama a righe”, è una lettura che racconta la difficoltà e l’importanza di accettare l’altro. Sam, infatti, ha tredici anni e tutto a un tratto si trova nella situazione in cui non solo suo fratello di sedici non è più lo stesso (ha infatti annunciato di non chiamarsi più Jason ma Jessica), ma neanche i suoi genitori sono così aperti e tolleranti come credeva fossero.
Tutte letture per crescere senza stereotipi di genere, pregiudizi identitari e familiari, come dovrebbe ormai essere naturale ai nostri giorni, che tengono conto dei cambiamenti della società negli ultimi decenni, senza far finta che non esistano o, quel che è peggio, tendano a educare a modelli predefiniti.

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