È il 1996 e a vincere il Premio Nobel è una poetessa che probabilmente, secondo quanto scrivono i giornali, è sconosciuta o quasi al panorama della letteratura mondiale. Wisława Szymborska è invece una delle figure più interessanti e importanti dell’età contemporanea. Non è affatto ignota al pubblico, ma siamo di fronte a un animo poetico particolarmente raffinato, elegante, sottile, che richiede una certa predisposizione all’ascolto per essere compreso nella sua essenza.
La sua semplicità, quella apparente leggerezza con la quale riesce a toccare tematiche anche piuttosto pesanti o significative, rivestendole di un suono magico e lieve, è un tratto distintivo del suo stile. Vista con granello di sabbia è una raccolta che raccoglie i versi scritti da questa straordinaria donna a partire dal 1957, compreso il discorso che Wislawa pronuncia nel corso della cerimonia di premiazione per il Nobel.
Wislawa nasce in Polonia, a Kórnic nel 1923. Negli anni Trenta si trasferisce a Cracovia, dove intraprende gli studi, comincia a lavorare, e risiede sino alla sua morte. Sono gli anni della Seconda guerra mondiale, e la Szymborska continua i suoi studi, all’epoca liceali, giungendo a conseguire il suo diploma nonostante l’occupazione tedesca. Sempre a Cracovia, comincia a scrivere storie e poesie, e per un periodo lavora anche forzatamente per le ferrovie. Proprio negli anni Quaranta segue dei corsi di letteratura e sociologia presso l’Università Jagellonica, studi che non riesce a completare a causa delle ristrettezze economiche. Eppure la sua poetica si manifesta immediatamente, non lasciando indifferente il pubblico a partire dall’ambiente letterario locale.
Da quel momento si susseguono pubblicazioni e raccolte che si affidano al verso libero, a una disarmante semplicità, pur mostrando variazioni, rinnovamenti, e cambiamenti nel corso del tempo. La poetessa ricorre al paradosso, alla contraddizione, alla lente dell’ironia per toccare tematiche che altrimenti resterebbero incomprese nella loro ingarbugliata essenza.
Temi esistenziali, che accomunano lo spirito di tutti gli esseri, domande, speranze, dilemmi e relazioni sono alcuni temi che contraddistinguono il percorso poetico di questa piccola, grande donna della letteratura. Tutte le poesie hanno un titolo senza che ne sia espressa chiaramente la data di composizione. Quelle poesie hanno un valore universale, che varca i limiti temporali, resistendo, significando sempre e in ogni luogo, come un continuum. Ciò accade in quanto rispondono a bisogni primari dell’uomo che si interroga su quanto lo circonda, sul senso della propria esistenza, sullo stato delle cose, e lo fa attraverso l’uso dell’intelletto.
Wislawa sembra quasi eclissarsi, scomparire, per lasciare spazio alle parole che occupano quei versi apparentemente spontanei, ma frutto di una grande padronanza della lingua, e della sua valenza sonora. Il suono rappresenta una componente fondamentale all’interno di questa raccolta. Il suono ci guida alla comprensione di una verità che altrimenti non si farebbe cogliere, o non la si vorrebbe ascoltare, forse per timore. La Szymborska, invece, partendo dalle cose più reali, banali, quotidiane riesce a toccare i temi dell’amore, della vita e della morte con eguale leggerezza espressiva ed emotiva. E l’ironia non manca: “Come vivere? – mi ha scritto qualcuno, / a cui intendevo fare la stessa domanda”.
Non avevo mai letto niente di questa poetessa. La scorsa settimana partecipai ad un incontro dove la lettrice propose una seie di poesia di questa autrice.Mi piacque musicalmente e sono andata a ricercarne altre. E’ stato per me come cercar di interpretare il suono, allo stesso modo in cui cerco di interpretare i colori in alcune opere di pittori contemporanei o no, che esprimono un’idea o un sentimento solo attraverso il colore. Non mi ritengo una persona colta, ma mi piace la cultura. Sono venuta sul vostro sito a cercare un commento per confrontarlo con le mie sensazioni. Le vostre parole mi hanno aiutato.