Qualche considerazione sullo stile di XCOPY

Nel panorama della crypto art, il nome di XCOPY è di certo tra i più conosciuti. Artista di base a Londra, XCOPY è lo pseudonimo di uno dei pionieri della nuova arte digitale, conosciuto per l’utilizzo della tecnologia Blockchain e della protezione dei token non fungibili per far circolare le opere digitali garantendone l’autenticità e la proprietà, cosa che ha alquanto rivoluzionato il settore dell’arte, passando da qualcosa finora basato su materiale tangibile a qualcosa di intangibile.

Attivo già dal 2010 e presente nelle gallerie di tutto il mondo anche in collaborazione con altri artisti, XCOPY si è distinto per l’utilizzo della glitch art, quella pratica che consiste nell’utilizzo di distorsioni digitali che lo ha reso tra gli artisti crypto più interessanti e più quotati in termini di incassi assieme a nomi quali Murat Pak, Beeple, Snowfro, Cherniak, Tyler Hobbs, Hackatao, FEWOCiOUS.

Le sue opere, che toccano spesso il tema della morte, della distopia e dell’apatia (teschi, fuochi, maschere mostruose, sagome stilizzate, immagini psichedeliche…), consistono in raffigurazioni in stile cartoon “scarabocchiato” dai colori vivaci e fluo con contorni neri dal forte impatto grafico, riprodotte in modo distorto con “errori” intenzionali e accompagnate da flash e neon che “disturbano” lo spettatore con i loro lampeggiamenti rapidi, caotici, intermittenti, o con la classica interferenza tipo “neve” dei vecchi televisori a tubo catodico. Un “disordine” in loop che nel tempo ha dato a questo artista una connotazione ben riconoscibile, con “pezzi” tutti concessi in licenza e che si possono scaricare e riutilizzare senza problemi, come è prerogativa degli NFT.

GIF e video loop che richiamano e mescolano elementi di street art con quelli vintage della cultura pop, il potenziale esplosivo della sperimentazione “grezza” e provocatoria DIY (per dirla in italiano: “fai da te”) dell’estetica punk della fine degli anni Settanta, anni Ottanta, con il design futuristico del digitale, che spesso presentano una critica alla società e alla politica contemporanea, che fanno riflettere sull’impatto della tecnologia sulla nostra quotidianità e che in qualche modo “interrompono” in modo inaspettato e spiazzante la visione comune di chi le guarda. Un’identità misteriosa (come del resto per molti altri artisti di questo settore) che ha influenzato particolarmente la crescita del mercato della criptoarte.

Tra l’altro interessante, a questo proposito, anche la scelta del suo nome d’arte: il comando xcopy (Extended Copy) è infatti il comando usato in molti sistemi operativi per copiare un file da una directory all’altra o dalla rete, che richiama alla possibilità di replicare e distribuire i contenuti artistici in un nuovo modo. Emblematica in questo senso la sua opera “Right-Click and Save As Guy”, tra le sue più conosciute e anche tra le più quotate in assoluto, che si riferisce alla critica comune agli NFT secondo la quale ognuno può salvare una copia di un’opera semplicemente con un clic con il tasto destro del mouse. Di lui si sa poco o nulla, se non le poche informazioni che si racimolano in rete e che lo danno attivo già prima dello sviluppo della Blockchain Ethereum sulla piattaforma di Ascribe e su marketplace come RARE Art Labs e Digital Objects, poi, dall’agosto del 2010, su Tumblr, dove ha pubblicato più di mille opere.

Di certo un artista dallo stile distintivo, con una forte originalità stilistica e di contenuti che, concentrandosi più sul suo lavoro e sulla ricerca che sulla sua identità personale, è stato d’ispirazione a molti altri artisti NFT, ha preso parte attiva alla trasformazione dell’arte contemporanea e che ha il merito di essere un esempio eclatante delle tante potenzialità creative della commistione tra arte e tecnologia e di come si possano ricercare nuovi linguaggi ed espressioni artistiche e anche creare nuovi mercati.

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