Hackatao, pionieri della criptoarte italiana

Quando ci si inoltra lungo la strada della crypto art e degli NFT, non si può non incontrare una coppia tutta italiana, quella formata dagli artisti Sergio Scalet (Transacqua, Trento, 1973) e Nadia Squarci (Udine, 1977), legati nell’arte come nella vita.

È nel 2018, quando ancora la tecnologia blockchain stava facendo capolino nel mondo dell’arte, che il duo Hackatao si affaccia al nuovo panorama di fruizione e mercato dell’arte, cambiando quelle che fino a quel momento erano state le regole tradizionali per quanto riguarda luoghi, scambi economici e concetti di proprietà e autenticità. Un progetto non solo all’avanguardia nella crypto arte italiana, ma che si è distinto a livello internazionale in seguito anche a collaborazioni davvero di rilievo (per fare qualche esempio, il progetto “Hack the Border”, che omaggia Andy Warhol, con la mitica band newyorkese Blondie, e anche il progetto “ALEPH-0 {א0}”, a cui hanno dato vita Hackatao e Insigħt, fondendo arte, matematica, natura e mistica della fisica quantistica).

I due artisti si sono conosciuti nel 2006 a Milano e da allora sono stati piuttosto “vaganti”, visto che hanno vissuto in varie città e paesi, dai quartieri più caotici a borghi medievali e zone sperdute tra le montagne, mettendo a frutto i loro distinti percorsi artistici ma con il comune desiderio di sperimentare sempre nuove tecniche. Nasce così il progetto Hackatao (da “hack”, inteso come impegnarsi con creatività e ingegno a superare limitazioni e sfide, e “tao”, concetto che simboleggia l’Uno dell’equilibrio e dell’armonia), con il quale nel 2007 presentano i loro innovativi “Podmork”, decorati con disegni e acrilici, che subito attirano l’attenzione di critici, pubblico e collezionisti.

Alla loro prima esposizione, alla Wannabee Gallery di Milano, in un quarto d’ora quindici Podmork fanno il tutto esaurito. Parte da queste piccole creature scolpite a quattro mani, dalle forme morbide e primordiali, diventate ormai iconiche, la loro ascesa nel mondo dell’arte digitale e della tecnologia blockchain, con il loro primo NFT, proposto nel 2018 sulla piattaforma SupeRare, una GIF animata dal titolo “Girl Next Door”, a cui in breve tempo seguirà un grande successo digitale.

Ciò che ha fatto e fa tuttora di Hackatao un’entità cult della community mondiale è senz’altro il linguaggio artistico ben riconoscibile che mette in relazione arte e tecnologia, fondendo vari elementi e tecniche (pittura, scultura, realtà aumentata, VR, modelli 3D, pixel, algoritmi generativi…) in quella che Hickatao stesso definisce “la pop art del nostro secolo”, per realizzare opere che accordano elementi primitivi (i Podmork, per esempio, ricordano dei totem in stile surrealista) a forme contemporanee.

Collezioni che vengono vendute per decine di migliaia di dollari, la cui quotazione non accenna ad abbassarsi, apprezzate e ricercate, arricchite nel tempo da progetti in limited edition, open edition e anche PFP con progetti quali “Queens+Kings”, nato alla fine del 2021, consistente in una collezione di seimilanovecento avatar dai tratti intercambiabili, generati in modo causale. Un progetto, quello di Hackatao, che procede con il massimo impegno e successo fin dagli esordi della NFT art, con interessanti propositi di esplorazioni future, e che continua a ispirare con il suo stile unico che si spinge ad abbattere convenzioni e a scavalcare limiti predefiniti, fino a far riconoscere i due artisti come dei veri e propri OG, ovvero degli “Original Gangster” del mondo dell’arte generativa, esponenti di spicco dello scenario artistico attuale.

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